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SVOLTA NELLE INDAGINI | Tentato omicidio

Gela, sparatoria piazzale GbOil, arrestato l’uomo sospettato di aver fatto fuoco. Il ferito è in ospedale


di Redazione

Gela, sparatoria piazzale GbOil, arrestato l’uomo sospettato di aver fatto fuoco. Il ferito è in ospedale
cronaca
8 Ott 2020

Emerge un quadro un po’ più chiaro adesso che il fumo della polvere da sparo si è diradato e la cortina di silenzio calata sul piazzale del Gb Oil dopo cinque colpi di pistola inizia a cedere spazio al tran tran quotidiano del bar – ristorante – stazione di servizio meta di centinaia di clienti h/24. Ma la scorsa notte il panico ha preso il sopravvento dopo una rissa finita nel sangue, tutto, a quanto sembra per problemi di donne. O meglio, di una donna. Una ragazza che era con degli amici a prendere un caffè dopo cena e che sarebbe stata importunata. A un certo punto sotto gli occhi terrorizzati di camerieri e clienti del locale, tra i più frequentati e per bene della città, c’era solo silenzio e un uomo a terra sanguinante, steso sull’asfalto, nel piazzale, a metà strada tra l’ingresso del bar e le pompe di benzina. L’uomo è un quarantaduenne di Licata (Michele C.) noto alle forze di Polizia.

Ma proviamo a riavvolgere il nastro di qualche minuto, restando su ancora su quei dieci metri quadrati di asfalto. Sono le 2.30, forse 2.40, e non c’è ancora sangue, non ci sono bossoli a terra. Solo due gruppi di persone, uno di Gela e l’altro di Licata, che hanno qualcosa da dirsi tra loro dopo un tentativo di approccio al bancone del bar. La ragazza è con gli amici, un giovane si fa avanti ma viene invitato a girare i tacchi. E si scatena il tafferuglio. Un ragazzo di vent’anni – quello delle avances – le prende di santa ragione, tanto da essere costretto, poco dopo a farsi medicare in ospedale. Sembra una contesa «solo di mani» e nessuno immagina che poco dopo dal gruppo si staccherà un soggetto: lo vedono allontanarsi per poi tornare con una pistola in pugno. L’uomo avvolto dalla penombra fa fuoco e colpisce Michele C. all’addome, due, forse tre colpi a segno, dei sette esplosi con una semiautomatica di medio calibro, forse una 7,65.

Era intervenuto per dare man forte al figlio che era stato picchiato selvaggiamente, finisce con diversi colpi d’arma da fuoco, steso a terra, con il sangue che inizia a scorrere.

Le urla e il panico si scatenano perché Gb Oil non è una posto come gli altri. Si affaccia sulla SS 115, è un continuo viavai di clienti, lavoratori, forze dell’ordine, che vi fanno approdo a qualsiasi ora del giorno e della notte per un caffè, un pacchetto di sigarette o per fare rifornimento. Per questo al momento della sparatoria c’erano decine di persone tra clienti e personale. E poteva scapparci qualcosa di più di un tentato omicidio.

La prima pattuglia dei Carabinieri arriva pochi istanti dopo gli spari.

Il quarantaduenne di Licata viene soccorso da un’ambulanza del 118 che nel frattempo raggiunge l’area di servizio. L’uomo ora è in ospedale. Poco dopo le 3 della notte è stato trasferito in sala operatoria. I medici stanno cercando di salvarlo ma è in condizioni critiche per via dell’emorragia all’addome causata dai proiettili. Non sarebbe in imminente pericolo di vita almeno stante alle pochissime notizie che filtrano dalla cortina di riservatezza che protegge le indagini.

Mentre i medici sono al lavoro per salvare il ferito sul luogo del delitto piombano gli uomini della Sezione Operativa del Reparto Territoriale, assieme ai colleghi del nucleo di Investigazioni Scientifiche. Mentre i primi iniziano a raccogliere le testimonianze, gli altri colleghi isolano la scena del delitto con il nastro bianco e rosso, impedendo che qualche curioso possa inquinarla. Sono una decina i reperti che vengono isolati, in prevalenza bossoli di pistola, ogive di piombo e tracce del possibile sparatore.

Passa poco e sul posto arrivano i gestori del locale, famiglia di imprenditori stimatissima in città e completamente estranea ai fatti. Estranea come i dipendenti e i clienti involontari testimoni di un assurdo esercizio della follia umana capace di trasformare una notte come tante in un incubo che difficilmente sarà rimosso dalla mente di chi lo ha vissuto in diretta.

Pare che il ferito fosse in compagnia del figlio e di alcuni amici, quando è venuto a diverbio con una comitiva di ragazzi del posto. Uscivano da una cena, sembra un addio al nubilato. Vanno al bar e una delle ragazze riceve delle avances poco gradite. Poi il resto è cieca violenza. Prima la rissa iniziata davanti al bar. Poi gli spari: a un tratto un uomo si allontana, prende la pistola, forse dall’auto, e fa fuoco.

Gli uomini del Reparto territoriale, agli ordini del tenente colonnello Ivan Boracchia, dopo pochi giri di lancette assicurano alla giustizia il presunto sparatore. Si tratta di Paolo Quinto Di Giacomo, 34 anni, arrestato con l’accusa di tentato omicidio e porto abusivo di arma da fuoco. Di Giacomo, secondo la ricostruzione dei Carabinieri, era stato chiamato dalla sorella al culmine della rissa. Il trentaquattrenne, a quanto pare, ha prima raggiunto la sorella che, nel corso del tafferuglio era rimasta ferita alla testa, per poi tornare in macchina e prendere la pistola. Quando ormai ormai Carabinieri e agenti di Polizia stavano ristabilendo la calma, l’uomo si è presentato con una calibro 7.65 e ha fatto fuoco. Ora è in camera di sicurezza, negli uffici del Reparto territoriale dell’Arma, in attesa di essere trasferito in carcere.

Intanto, dopo il grave fatto di sangue, oggi alle 13 il prefetto, Cosima Di Stani, presiederà una riunione del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza. La riunione si terrà in Municipio, a porte chiuse, presenti il questore, il procuratore capo, il sindaco e i comandanti provinciali di Carabinieri e Guardia di finanza.


Redazione
Today 24 è un quotidiano on line indipendente, fondato nel 2014 da Massimo Sarcuno. Ogni giorno racconta i fatti e le notizie di Gela, Niscemi, Riesi, Butera, Mazzarino e di molti altri comuni del comprensorio. In particolare l’area del Vallone.