Gela: «Ospedale al collasso», report politico impietoso. Sos al prefetto: «Intervenga»
di Redazione
«Ci sono solo due modi di trattare gli ammalati o i potenziali ammalati: prendendosene cura o dimenticandosene. In un sistema manageriale Asp degno di questo ruolo, gli ammalati non dovrebbero essere abbandonati a loro stessi. La fotografia dei fatti è impietosa e da qualsiasi angolazione la si guardi, il filo conduttore è uno: per il sistema manageriale, gli ammalati sono fastidiosi perché hanno pure l’ardire di pretendere che ci si occupi di loro, sono pesanti perché sono tanti e non abbastanza sono invece i servizi che sono nulli, peggio ancora a ben guardare lo stato delle cose, per il sistema manageriale, gli ammalati sono inutili». Lo scrive in una nota Terenziano Di Stefano, a nome del coordinamento dell’area civica Una Buona Idea, facendo un focus sulla Sanità locale, senza lesinare critiche all’attuale management dell’Asp.
«Proprio perché inutili – scrive l’ex vicesindaco – pesanti, fastidiosi, allora che viaggino per avere servizi e si rechino presso altre strutture, perché l’Asp quella nostra, ha ben altro da fare. Ci dica, però, cos’ha da fare? Ci dica quali sono le sue priorità e in cosa è impegnata. Perché, di certo, allo stato, non mi sembra impegnata a risolvere i problemi del Vittorio Emanuele di Gela».
«Lo scenario – argomenta il leader di Una Buona Idea – è degno della peggiore prova di spregio contro i cittadini e i pazienti. Si assiste a uno spostamento di pazienti da un ospedale all’altro per ricevere le prestazioni sanitarie, non sempre peraltro in condizioni fisiche e economiche di muoversi da un posto all’altro, non ultimo il caso del reparto di ortopedia dove le attività, a causa del poco personale, proseguono a rilento e stanno costringendo i gelesi a veri viaggi della speranza presso altre strutture, soprattutto al sant’Elia di Caltanissetta».
«Si assiste – afferma – anche in altri reparti, a una carenza di personale e quindi di cure e servizi che ha trasformato l’ospedale in un fantasma e ci ha concretamente detto cosa pensa Asp dei pazienti o potenziali tal. Non è nostro compito occuparci di voi, non disturbateci. Con questo filo conduttore in spregio agli ammalati, lo scenario peggiora ancor di più se si pensa ai tantissimi malati soprattutto oncologici che sono costretti a recarsi a Caltanissetta presso la commissione medica Inps in mancanza della istituzione medica a Gela. Anche in questo caso, la domanda è ancora la stessa: Asp, ha altro da fare che non occuparsi degli ammalati oncologici? Questa è la fotografia generale dei fatti ed è impietosa».
«Se esistesse un registro degli spostamenti dei nostri ammalati, obbligati a viaggiare per controlli medici o per curarsi, avremmo davanti quasi certamente un dato paragonabile ai profughi del Mediterraneo. Non è una colpa ammalarsi né è una colpa avere bisogno di un servizio o di una prestazione sanitaria qualunque questa sia. È una colpa invece che il potente sistema manageriale tra prendersi cura degli ammalati o dimenticarsene, scelga da troppo tempo ormai la seconda opzione e il timore che la dimenticanza sia ormai la regola, è reale al punto che è il momento il prefetto, nell’esercizio delle sue funzioni, intervenga a tutela dei tanti cittadini e ammalati trattati senza rispetto».
Riportiamo – scrivono i vertici di Una Buona Idea – gli enormi risultati portati avanti dalla struttura manageriale:
- Chiusura nel 2020 dell’unità di Psichiatria e declassamento della stessa a semplice struttura ambulatoriale;
- Chiusura e declassamento a semplice servizio ambulatoriale ospedaliero dell’unità di Otorinolaringoiatria;
- Chiusura e declassamento a semplice servizio ambulatoriale ospedaliero dell’unità di Malattie Infettive;
- La Rianimazione, a causa della “irrisolvibile” carenza di personale medico, non riesce a garantire una adeguata risposta all’intero comprensorio;
- Sale operatorie che sempre per carenza di medici anestesisti, riescono a garantire solo gli interventi chirurgici in urgenza ed emergenza, destinando ad altre strutture ospedaliere provinciali e spesso extraprovinciali gli interventi di piccola chirurgia o gli interventi chirurgici in elezione;
- La neonata unità di Neurologia ha dovuto chiudere le porte a poco più di un anno dall’inaugurazione sempre per carenza del personale medico specialista;
- Chirurgia Generale completamente depotenziata,
- Ortopedia e Traumatologia nel proprio organico conta di soli 4 medici, compreso il direttore di struttura. Ciò rende impossibile il mantenimento degli standard dettati dalle direttive ministeriali e assessoriali;
- Urologia, dove fiorisce solo ed esclusivamente l’attività intramuraria, sempre a causa di carenza di personale medico specialistico declina i pazienti nelle ore pomeridiane e notturne presso il presidio ospedaliero del capoluogo nisseno anche se trattasi di semplici consulenze specialistiche;
- Breast unit non dispone di una collocazione plausibile per il trattamento di tali patologie;
- Centro Trasfusionale ancora chiuso sempre per lo stesso motivo, carenza di personale medico dedicato;
- Pronto Soccorso, dotazione organica dei medici si è contratta fino a raggiungere attualmente l’esiguo numero di medici;
«Che dire infine – conclude Di Stefano – del martoriato servizio di 118 locale? Ambulanze spesso sprovviste di personale medico rianimatore, impossibilitate quindi a garantire interventi adeguati di risposta sanitaria di urgenza/emergenza, volti a garantire la sicurezza e l’incolumità dell’intero comprensorio».