Il comune è ufficialmente in dissesto: stasera il consiglio comunale ha votato favorevolmente l’atto. Presenti 15. Favorevoli: Sammito, Morselli, Guastella, Greco, Di Dio, Iaglietti, Incardona e Caci. Astenuti: Trainito, Giudice, Farruggia, Ascia, Faraci, Sincero e Spata. Contrari nessuno. Parte dell’opposizione, anche alcuni esponenti dell’ala agguerrita, sono rimasti in aula consentendo l’approvazione dell’atto. Senso di responsabilità per molti, desiderio di mantenere la carica per altri: in caso di non approvazione entro venerdì 17 novembre (gesti scaramantici autorizzati), il consiglio sarebbe decaduto il consiglio).

Una seduta lampo, in meno di mezz’ora l’atto è stato messo ai voti e approvato. Poco dopo è venuto a mancare il numero legale – solo 10 presenti – e si è proceduto al rinvio di un’ora. Alle 21.40, la segretaria generale del comune, Carolina Ferro, espletando le proprie funzioni di notaio e garante della legittimità, al termine della chiamata d’appello e di fronte a un’aula deserta, ha disposto il rinvio dei lavoro a domani, martedì, alle ore 20. Poco prima c’era stato spazio per una breve e garbata schermaglia tra il consigliere Gabriele Pellegrino (Nuova Dc) che invitava chi «aveva gli attributi» a lasciare l’aula, andando incontro alla decadenza dalla carica, allo scopo di lasciare da solo il sindaco nella baraonda politica e finanziaria della quale egli stesso era stato causa. E a stretto giro la risposta della consigliera Virginia Farruggia (M5S): «Esprimo rammarico – afferma – che mi si inviti a lasciare l’aula, così da determinare una dimissione di massa, quando invece ritengo che ognuno di noi possa dimettersi e sia libero di farlo anche domani mattina».
Poi si è passati alla votazione, con l’esito di cui sopra.