Gela: riaprire subito il reparto Malattie infettive, la richiesta della Cisl al manager dell’Asp
di Redazione
Il segretario comunale della Cisl, Giuseppe Pellegrino, assieme al segretario territoriale Cisl Fp di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Gianluca Vancheri, si sono riuniti per effettuare una disamina della situazione dei servizi sanitari e ospedalieri in epoca d’emergenza da Covid-19, stante l’attuale recrudescenza del picco pandemico. In questo momento storico dove l’umanità combatte il Covid-19, un virus mai conosciuto prima, che ha già causato circa 37.000 vittime in Italia e di cui quasi 300 in Sicilia, chiedono, come si sta preparando la sanità territoriale per affrontare questa seconda ondata di contagi che ci vede tra quelle regioni con il più alto numero di contagi e come territorio di Gela, come uno di quelli con il più alto indice di contagiati, dove si contano già decine e decine di casi e le prospettive sono che, tale numero possa ancora incrementarsi. Ci si chiede, cosa si aspetta a riaprire il reparto di Malattie infettive anziché assistere alla deportazione dei nostri malati e del loro diritto alla salute presso altri lidi, con lievitazione della migrazione passiva?
Per questo vorremmo chiedere al management dell’Asp e al Sindaco di Gela, quale autorità in ambito sanitario come si stia organizzando l’Ente, cosi come la medicina territoriale, ad affrontare tale emergenza, che a differenza del periodo di loockdown dove il nostro territorio e stato appena sfiorato dal problema contagi, oggi siamo chiamati in prima linea. Mentre a Gela si assiste ad un progressivo smantellamento della sanita pubblica con la chiusura di Reparti fondamentali garantire la prevenzione e la salute dei
cittadini. Abbiamo contezza della costituzione dell’Osservatorio permanente sulla Sanità e si chiede una immediata convocazione per discutere e capire quale sia la offerta sanitaria nel territorio Nisseno e in particolare in quello di Gela con la urgenza del caso vista l’attuale recrudescenza della pandemia. I pazienti gelesi sono costretti a lunghe liste d’attesa, anche oltre un anno per le prestazioni specialistiche richieste, in alternativa per accorciare i tempi devono emigrare in altre provincie oppure ottenerle in intramoenia entro pochissimi giorni. La direttiva regionale pone come obbiettivo principale la riduzione delle
liste d’attesa per prestazioni specialistiche, tale obiettivo è stato raggiunto? Quanti sono le rette negative provenienti da Asp fuori provincia per l’emigrazione di pazienti fuori provincia? La sanita a Gela non può essere rappresentata dall’ultima campagna di prevenzione per la diagnosi
precoce del tumore al colon retto, dove si invitano i cittadini a partecipare allo screening e di rivolgersi a una delle farmacie del territorio o al presidio Territoriale di Assistenza sito in via Butera per ritirare il kit necessario ad effettuare il test. Ebbene, le farmacie sono state fornite dei kit per la distribuzione solo da qualche giorno, così facendo si è congestionato il Pta di via Butera dove c’è la presenza del medico incaricato del progetto e in tempi di covid-19 è doveroso non creare assembramenti. Tutta questa approssimazione e mancanza di informazioni chiare ci preoccupa. Ci preoccupa il fatto che a Gela una larga fetta di cittadini sono in una fascia di età avanzata e molti vengono individuati dal Dpcm del 14 marzo 2020 come “Soggetti fragili”. Soggetti che richiedono maggiore assistenza e controlli periodici previsti da protocolli sanitari specifici per le patologie da cui sono affetti. Non si possono negare i servizi di prevenzione ai nostri ammalati perché c’è il Covid-19. Qui si rischia di morire o per Covid-19 o per mancanza di controlli. I nostri anziani oggi sono quelli che stanno pagando un prezzo molto elevato in termini di vite umane e in termini di costi (per visite specialistiche non fornite dall’ente ospedale). Chiediamo un immediato confronto con la direzione dell’ospedale, con le istituzioni locali e con il management dell’Asp.