Gela ricorda lo sbarco alleato del 1943 Migliaia di vite immolate per la libertÃ
di Redazione
Cinque momenti celebrativi, tutti di grande intensità, per ricordare lo Sbarco alleato, il 10 luglio di 77 anni fa. Quel giorno inglesi e americani sbarcarono tra Gela, Scoglitti e Licata dando il via all’operazione «Husky».
Stamane, dopo la Santa Messa nella Chiesa Madre, il sindaco, Lucio Greco e i suoi assessori, il presidente del consiglio comunale, Salvatore Sammito e le autorità presenti, si sono spostati in viale Mediterraneo dove è stata deposta una corona ai caduti nelle operazioni militari. «La data del 10 luglio – ha detto il primo cittadino nel suo intervento – è un invito a non dimenticare la lunga storia di turbolenze e di guerra che ha preceduto la creazione dell’Unione Europea, nata dalle ceneri delle rivalità tra le sue stesse nazioni. L’operazione Husky sarebbe potuta partire da qualsiasi altra costa, perché proprio da qui? Il motivo è semplice: la nostra città ha sempre rappresentato la porta d’ingresso dell’Europa, e la Sicilia, così strategicamente posizionata nel cuore del Mediterraneo, da secoli ha un ruolo decisivo per le grandi sfide. Siamo crocevia di culture e tradizioni e i fatti del 1943 devono lasciarci un messaggio: non sottovalutiamo mai il ruolo che città come Gela possono svolgere nel delicato compito di pace tra i popoli. Siamo terra di confine tra mondi differenti e, pur senza trascurare i problemi del vivere quotidiano, la classe politica non deve e non può abdicare a questo ruolo».
«Era doveroso – ha detto Cristian Malluzzo, assessore alla Cultura che ha curato il programma delle celebrazioni insieme al Kiwanis e alle associazioni che da sempre tengono viva la memoria di quei fatti drammatici – ricordare questo giorno nel modo migliore, insieme a tutte le forze dell’ordine e militari italiane e statunitensi. Spero che, negli anni, l’importanza della memoria legata a questi fatti storici possa crescere, e anche per questo stiamo pensando di creare una consulta per lavorare sui prossimi anniversari e sull’80° in particolare, che dovrà essere davvero speciale».
Presente alle celebrazioni anche una delegazione congiunta della base americana di Sigonella, guidata dal vicecomandante dell’Ncts Cayenne McFarlane, capitano di Corvetta, e, per l’Esercito Usa, dal comandate del reparto di difesa aerea Jtags, capitano Dustin Mondloch. Il prefetto, Cosima Di Stani, ha voluto sottolineare come Gela debba essere orgogliosa del fatto che proprio da qui sia partita la liberazione del nostro Paese.
«Mantenere la memoria – ha detto – è un atto doveroso per le giovani generazioni ed è il giusto segno di rispetto per chi, nel corso di quelle operazioni militari, ha sacrificato la sua stessa vita». Dopo la commemorazione di viale Mediterraneo ci si è spostati al cimitero monumentale per un momento dedicato alla memoria dei carabinieri caduti quel giorno a Passo di Piazza, poi il trasferimento in un altro dei punti cruciali di quel giorno storico: Ponte Olivo. Al termine di una cruenta battaglia con le forze dell’Asse, infatti, gli Americani perdettero 10.000 uomini e fu necessario costruire un cimitero di guerra che ne accogliesse oltre 3000, insieme a a 500 soldati tedeschi e 3350 italiani. Anche qui un momento di raccoglimento e preghiera e la deposizione di una corona d’alloro. Infine, il solenne momento dedicato ai soldati americani caduti a Ponte Dirillo, ricordati uno per uno dal Sergente Maggiore Meyer con il loro nome, scandito dal suono di una campana, dinanzi al monumento a loro dedicato.