Gela: rinasca l’unità di Malattie infettive, scippata alla città da politici senza scrupoli
di Redazione
«Da quando è scoppiata la pandemia sempre più cittadini mi chiedono, ma come è possibile che un reparto di eccellenza come l’unità di Malattie infettive del Vittorio Emanuele sia caduto in coma irreversibile?» È la domanda che pone Silvio Lisciandra, presidente dell’associazione Corsa per la vita. «La risposta – argomenta – è semplice, se negli anni precedenti questo reparto è stato il fiore all’occhiello della sanità gelese, dobbiamo ringraziare talenti come il Dr.Lento, il Dr.Tandurella, il Dr.Salerno e il Dr.Baretti, bravissimi professionisti che dopo essere andati in pensione non sono mai stati sostituiti, lasciando tutto il peso di questo reparto ormai declassato in Day Service per le terapie da effettuare a chi è stato ricoverato, all’unico medico superstite. E di tutto questo dobbiamo ringraziare i tre governatori siciliani, l’On.Raffaele Lombardo, artefice della nascita delle Asp con tagli alla sanità siciliana per un 1,1 miliardi di euro all’anno, l’On.Rosario Crocetta, che vincendo le elezioni con lo slogan “Basta macelleria sociale” continuò con altri tagli alla Sanità per svariati milioni di euro, riducendo ancora di più la sanità gelese in un lazzaretto, e per ultimo l’attuale On.Nello Musumeci, che sta affossando ancora di più il territorio gelese già mortificato e privato della propria dignità. Non solo, ma con l’arrivo in Italia del Corona Virus, il reparto Malattie Infettive di Gela già penalizzato di suo, chiudeva le porte a tutti quegli ammalati bisognosi di terapie, flebo e quant’altro, per aprirle agli ammalati di Covid 19 con ricoveri H24, assumendo altri sei medici e un numero imprecisato di infermieri. E l’invito che noi di Corsa per la Vita facciamo ai parlamentari regionali, a deputati e senatori gelesi e non, è di adoperarsi e alzare la voce battendo i pugni sugli scranni, affinché a Gela, città di 76.500, abitanti possa rinascere l’Unità di Malattie infettive, un’eccellenza scippata a suo tempo da politici senza scrupoli».