Gela, salvare un partito per salvare la città . Arancio: «Basta polemiche, lavoriamo insieme»
di Redazione
«Occorre restituire senso di responsabilità ed equilibrio al Partito democratico. Ritengo che l’unione comunale, sotto la guida dell’onorevole Arancio, possa aprire una fase nuova». Parole di Renzo Bufalino, segretario provinciale del Pd, stamane a Gela per aprire la conferenza stampa svoltasi nella saletta dei gruppi consiliari. Con il neo segretario c’erano Massimo Arena, presidente dell’assemblea provinciale Pd, il capogruppo e unico consigliere comunale, Gaetano Orlando, David Melfa e soprattutto Peppe Arancio, parlamentare regionale del Pd per due legislature, e oggi chiamato a sanare ferite vecchie e nuove nell’area Dem, nelle vesti di commissario cittadino. Ruolo non semplice perché la sua investitura a capo partito verrebbe vista da alcuni come un voler continuare sulla linea del passato, sull’asse Speziale, Arancio, Di Cristina, Orlando. Eppure lo sforzo dell’ex vicepresidente della VI Commissione dell’Ars è stato subito palese: i temi, prima dei nomi e dei ruoli, una segreteria allargata e facce nuove.
A iniziare da quella di Melfa.
«La mia è una presenza quasi casuale – afferma l’imprenditore, un passato nel teatro sperimentale e di ricerca – mi ha invitato l’onorevole Arancio in quanto primo tesserato del Pd. Mi auguro – scherza – di non essere l’ultimo. Mi ha colpito il nuovo corso impresso dalla segretaria Elly Schlein. Mi affascina l’idea che finalmente si parli di diritti civili, disuguaglianze e temi ambientali. Nel nostro territorio c’è un gran bisogno di lavoro e di rispetto dell’ambiente. Spero che si metta da parte la frammentazione e si pensi a un partito inclusivo. Iniziando proprio da Gela».
Una sorta di «sms» da un soggetto terzo rivolto a chi, in queste settimane complesse, è salito sull’Aventino, lanciando critiche e prendendo distanze.
C’è una partita importante, si gioca tra poco più di otto mesi, e il Pd vuol esserci. Pure con un candidato sindaco proprio («se all’interno di una coalizione dovesse toccare a noi» mette le mani avanti Arancio.
«Sono pronto – dice il capogruppo Orlando – a sostenere il partito nella ricerca di convergenze per una coalizione di centrosinistra forte. Il recinto? Tutte le forze politiche, partiti e liste civiche, esterne al centrodestra attualmente al governo a Roma».
Una coalizione ampia, dunque, che guardi a sinistra e pure al centro. Provando a calarla nella realtà: da Rinnova ai Progressisti, dai Cinquestelle ai civici di Una Buona Idea. E pure a Calenda e all’Mpa, perché no? Impresa non semplice. Distanze ve ne sono. In alcuni casi divergenze. Ma Orlando è ottimista.
«Qualcosa – dice – la si deve fare, la città rischia il baratro. Guardiamo, ad esempio, a come sta iniziando l’attività della Impianti Srr. Hanno iniziato a pulire Macchitella mentre il resto della città “puzza” (usa un’espressione dialettale). Se il buongiorno si vede dal mattino… Qua bisogna rimboccarsi le maniche».
«Siamo consapevoli – interviene Massimo Arena – delle difficoltà esistenti, ma il partito provinciale sostiene Arancio e sostiene il capogruppo. Da oggi nasce il nuovo Pd gelese. E apre le porte a tutti quelli che, iscritti, simpatizzanti e dirigenti, in questi mesi si sono sentiti trascurati o messi da parte. Inizia una fase di ricostruzione di un grande partito, un partito di tutti».
Alla fine parla pure Arancio, trascinato di nuovo in pista quando, concluso il doppio mandato all’Ars, aveva deciso di tirare un po’ il fiato. Ma la musica è partita, non ci si può fermare. E lui è il primo a esserne consapevole.
«Non me la sono certo andata a cercare – dice – volevo stare a bordocampo ma a questo punto devo giocare la partita. Non mi interessano polemiche e diatribe, il Pd parlerà di temi e di problemi. Siamo incompatibili con chi perora la causa dell’inceneritore dei rifiuti a Gela, dobbiamo lavorare per risolvere il disastro finanziario che ha travolto il Comune. Ci impegneremo affinché il polo universitario con la Kore di Enna divenga realtà. E poi occorre avere una visione su come riqualificare il litorale e l’abitato».
Pochi temi ma semplici. Qualcuno fa la battuta: ma per salvare questo Pd ci voleva un esperto in psichiatria? Alludendo alla specializzazione medica del dottor Arancio. Un sorriso. Che si rabbuia poco dopo, quando ricordano che che nel “pacchetto di accuse” rivoltegli c’è pure il non aver “fatto certe telefonate”, abbia trascurato qualche dirigente, che si è sentito vilipeso.
«Telefonate non ne ho fatte a nessuno – dice serio – qui c’è da lavorare e riorganizzare un partito».
Faccia seria perché serio è il personaggio, seria perché c’è poco da scherzare: o si salva il partito o si rischia un’altra batosta.
In bocca al lupo, onorevole.