Gela, Scerra è ufficialmente in corsa «Riscatto e non scelte calate dall'alto»
di Redazione
«Mi candido perché amo la mia città e perché ho raccolto l’affetto di tanti amici, semplici cittadini, della società civile». Le prime parole di Salvatore Scerra, eletto in Avanti Gela e fino a l’altro ieri esponente di peso in Fratelli d’Italia, arrivano dal tavolo di presentazione, allestito questa sera a Palazzo Mattina. Al suo fianco l’amico di sempre, l’onorevole Pino Federico, il presidente del consiglio comunale in carica, Salvatore Sammito, il leader di Rinnova, Giampaolo Alario e il coordinatore cittadino del Partito Liberale, Paolo Comandatore. Quella di Scerra è una candidatura di rottura e trasversale. Di ribellione al centrodestra, costola da cui l’intera coalizione che lo sostiene deriva, «colpevole» stante all’opinione diffusa tra i presenti, di avere combinato sull’asse Caltanissetta – Palermo le scelte che riguarderebbero invero solo Gela e i suoi elettori.
«Non è un progetto civico – dice il neo candidato sindaco – bensì un’alleanza politica, nata per difendere la città dal tentativo di colonialismo da parte di Caltanissetta e Palermo. Vogliamo che i cittadini si riapproprino dell’orgoglio di essere gelesi e non sudditi».
Al suo sostegno Scerra dovrebbe avere cinque liste: Avanti Gela, Rinnova, Partito Liberale, Prima Gela e Scerra Sindaco. Con il candidato, alcuni presenti in sala, altri assenti e comunque convinti sostenitori, altri ancora semplici simpatizzanti, ci saranno l’ex presidente del consiglio comunale, Alessandra Ascia, il consigliere Gabriele Pellegrino, l’ex vicesindaco Giuseppe D’Aleo, l’ex dirigente e city manager del Comune, Renato Mauro, gli ex assessori comunali Grazio Trufolo e Carmelo Ferrara, il dottor Franco Biscotto. In sala c’erano anche il sindaco di Niscemi, Massimiliano Conti e il presidente del consiglio comunale, Angelo Chessari, presenza a titolo personale e di stima.
Tra le effigi e gli stilemmi presenti nelle grafiche della lista «Scerra Sindaco» c’era un certo richiamo cromatico ai colori di Fratelli d’Italia, il partito della premier, Giorgia Meloni, nell’alveo del quale il candidato sindaco percorso gli ultimi anni del suo personale cammino politico. E proprio a Fdi l’onorevole Federico non ha mancato di rivolgere le proprie critiche.
«Il principale partito – dice – della coalizione di centrodestra non ha toccato palla. Si accingono a presentare una candidata sindaco che è espressione di Cuffaro e Michele Mancuso. Non possiamo più accettare scelte che ci vengono calate dall’alto, da Palermo o Caltanissetta, da Milena o Mussomeli. Bisogna restituire dignità ai gelesi. Che poi, questi signori, cosa hanno fatto per gela in tre anni? Nessuna iniziativa, nessun progetto, solo un contributo di 50 mila euro al Club Nautico. Questo è il loro biglietto da visita?»
Poi la polemica sul grande ospedale, «definanziato dal governo di Cuffaro e Mancuso».
«Tre anni fa – dice Federico – mi sono battuto per farlo finanziare. E nessuno ne parlava. Se ne sono accorti solo adesso, quando hanno ritirato il finanziamento».
Critiche anche ai Cinquestelle. «Hanno due senatori – dice Federico – è un presidente vicario dell’Ars, carica importantissima. Eppure non sono stati capaci neppure di esprimere un candidato alla carica di sindaco. Anzi, se lo sono andati a prendere dal centrodestra».
Insomma è già bagarre. Una campagna elettorale già infiammata, seppure siamo ancora ai primi bagliori.