Gela, studenti in marcia contro le mafie. Dibattito all’istituto «da Vinci» di Niscemi
di Alberto Drago
Ricorre oggi la XXIX Giornata della Memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, promossa ogni anno, il 21 aprile da Libera. Stamane a Gela, il sindaco Lucio Greco, ha preso parte alla marcia contro le mafie. Migliaia di studenti in corteo, con striscioni e cartelli di condanna alla malapianta mafiosa, hanno percorso la via Palazzi e il corso principale, fino all’arrivo in chiesa Madre, dove si è celebrata una messa. Ieri la ricorrenza è stata celebrata nell’istituto d’istruzione superiore «Leonardo da Vinci» di Niscemi, alla presenza della dirigente scolastica, professoressa Rosalba Marchisciana e con la partecipazione delle classi 1E, 1F, 2E, 4E e 5E del Liceo delle Scienze Umane. L’iniziativa, organizzata dal professor Enzo Traina, ha avuto la finalità di restituire il diritto della memoria a coloro i quali è stato negato il diritto alla vita e di creare una maggiore consapevolezza su cosa sono e cosa fanno le mafie nei vari territori.
Con l’uso di clip e documenti, sono state trattate le varie attività illegali esercitate dalle mafie, quali il traffico di droga e di armi, le estorsioni, l’usura, la compravendita di voti elettorali, lo smaltimento illecito di rifiuti e di sostanze pericolose, le contraffazioni, la tratta di esseri umani, lo sfruttamento della prostituzione, della manodopera, il traffico di organi, il contrabbando e le scommesse clandestine), incluse quelle apparentemente legali, che possono celare altre attività illecite, quali il riciclaggio del denaro, gli investimenti nell’edilizia e negli appalti pubblici, nella sale da gioco e nelle slot machine, nei ristoranti ed alberghi, nelle partecipazioni multinazionali e nella grande distribuzione, inclusi i mercati ortofrutticoli.
L’incontro ha consentito pure di fare comprendere agli studenti come sono strutturate le mafie, le differenze tra la struttura piramidale di Cosa Nostra con quelle ad arcipelago della Camorra campana e ad albero della Ndrangheta calabrese.
Si è parlato anche delle 5 mila vittime di Cosa Nostra ed anche dei morti ammazzati per mano mafiosa a Niscemi, con una sintesi storica dell’evoluzione della criminalità organizzata, ovvero della Banda Parachiazza (dopo l’Unità d’Italia), della banda Canaluni – Rizzo (nel dopoguerra), e fino ai due gruppi mafiosi della Stidda e Cosa nostra in lotta tra loro fino agli anni 90 per il predominio sul territorio.
Tra gli argomenti trattati anche i due scioglimenti del Consiglio comunale avvenuti per sospette infiltrazioni mafiose e fino ai tempi attuali e con la speranza che le nuove generazioni, possano guardare al futuro con un sempre maggior impegno contro le mafie, la corruzione, la violenza e le ingiustizie.
In alto e nel corpo dell’articolo alcuni scatti della marcia antimafia svoltasi stamane a Gela. Sopra uno scatto sull’incontro di Niscemi.