L’aumento dei positivi (1345 ieri) e dei ricoverati (12, tutti in area medica, nessuno in rianimazione) fa accrescere la tensione. Proprio in estate, quando ci si vorrebbe rilassare spensierati, dà fastidio. E la tensione stamane è salita di qualche ulteriore grado all’interno di un noto laboratorio analisi. Un utente, che accompagnava il figlioletto per un esame del sangue, ha rifiutato l’invito della receptionist di indossare la mascherina. Ne è nato un botta e risposta e si è sfiorato l’alterco, sempre e solo verbale. Ma il cliente insisteva, mentre l’impiegata spiegava che, senza mascherina protettiva non sarebbe potuto entrare in sala. A un certo punto il cliente ha detto che si stava commettendo una violazione di legge perché niente e nessuno lo avrebbe costretto a indossare il dispositivo di protezione. Qualcuno, temendo che la discussione già dai toni accesi potesse ulteriormente degenerare, ha chiamato la polizia. Gli agenti di pattuglia hanno cercato di ristabilire la calma. Non è stato facile.

Secondo quando ci riferiscono il cliente a poi accettato l’invito a indossare la mascherina. L’alternativa sarebbe stata quella di affidare il bambimo ai poliziotti per la durata del prelievo.

Tutto questo tra il disagio di tanti pazienti in attesa del prelievo.

Ma è giusto costringere le persone a indossare la mascherina? Sarebbe più corretto lasciare la scelta alla sensibilità di ognuno? Le opinioni sono ovviamente varie e spesso contrastanti.

L’ultima ordinanza del ministro della Salute è però abbastanza chiara e non lascia spazio a equivoci: negli ospedali, cliniche, strutture socio sanitarie e assistenziali, incluse le Rsa, rimane l’obbligo di indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie ai lavoratori. Non necessariamente mascherine Ffp2, va bene anche la chirurgica. L’obbligo è in capo sia al personale della strutture che a utenti e visitatori. Rimane il vigore fino al 30 settembre.