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Sos Vittorio Emanuele

Gela: una cabina di regia permanente per l’ospedale. Il comitato: «Impegno costante per garantire servizi e reparti»


di Redazione

Gela: una cabina di regia permanente per l’ospedale. Il comitato: «Impegno costante per garantire servizi e reparti»
attualità
26 Gen 2021

Secondo il comitato Sos Vittorio Emanuele è positivo il bilancio della prima riunione svoltasi nei giorni scorsi in videoconferenza, indetta per fare il punto sulla situazione sanitaria in città. L’incontro, rinviato in una precedente occasione per indisponibilità del manager dell’Asp, Alessandro Caltagirone, è stato fortemente voluto dal comitato spontaneo. A presiederlo c’era il sindaco, Lucio Greco. Il comitato, rappresentato dai coordinatori Luciana Carfì, Filippo Franzone e Franco Tilaro, ha espressamente richiesto, nell’istanza avanzata al primo cittadino, che fossero presenti all’incontro non solo l’intera direzione strategica dell’Asp, ma anche l’intera deputazione espressa dal territorio, il presidente del consiglio comunale, Totò Sammito, nonché il presidente della commissione sanità in seno al civico consesso gelese, Rosario Trainito. L’Asp ha invece ritenuto di estendere l’invito anche a diversi primari dell’ospedale di Gela. Presenti anche alcuni componenti della commissione consiliare alla sanità, Sandra Bennici e Carlo Romano, nonché l’assessore comunale al ramo, Nadia Gnoffo.
Non hanno fatto mancare la loro presenza e sono intervenuti la deputata nazionale di Forza Italia, Giusi Bartolozzi, il senatore del M5S, Pietro Lorefice, il deputato regionale del Pd, Giuseppe Arancio, i deputati regionali del M5S, Ketty Damante e Nuccio Di Paola, infine il deputato nazionale del M5S, Dedalo Pignatone. A fronte delle dichiarazioni e degli impegni che si sono assunti, il comitato si è detto pienamente disponibile ad un rapporto di confronto e di collaborazione, come dalla stessa deputazione auspicato.
Invitato e puntualmente presente anche il presidente della Raffineria di Gela, Francesco Franchi che ha nuovamente precisato che la progettazione esecutiva dei posti e relative attrezzature di terapia intensiva promesse per l’ospedale gelese già marzo 2020, è stata completata. Si attendono ora solo le autorizzazioni dell’Asp e del comune di Gela per l’inizio dei lavori. Intanto l’urgenza è rappresentata dai covid hotel.
Il sindaco, da buon padrone di casa, ha fatto da moderatore ed ha ascoltato pazientemente tutti. E l’idea di un tavolo permanente per affrontare e apportare le più opportune e adeguate soluzioni alle nostre rivendicazioni, ci sembra abbastanza appropriata come strumento di monitoraggio continuo ed efficace.
Le nostre rivendicazioni sono oramai note e risapute, non foss’altro perché aderenti a deficit oggettivi: mentre scatta l’allarme per la saturazione dei posto letto legata all’emergenza Covid, a cui si ovvierà a questo punto trasferendo pazienti gelesi in altri nosocomi, facciamo rilevare che siamo la realtà ospedaliera in Sicilia col più alto numero di posti letto, oltre 80, non attivati benché approvati dalla programmazione sanitaria regionale con tanto di decreto assessoriale. Una carenza non legata all’emergenza di quest’ultimo anno, ma legata ad una latitanza nella gestione dell’Asp che si trascina da anni. Parimenti, è nota la carenza di medici anestesisti rianimatori in tutti gli ospedali periferici della Sicilia e Gela non fa eccezione. Ma mentre le altre asp siciliane hanno affrontato il problema stipulando convenzioni con gli ospedali di Palermo e Catania, sopperendo a tale mancanza, l’Asp ha sottoscritto la convenzione con notevole ritardo, a dicembre 2020, dopo che tutti i medici avevano già trovato altre collocazioni: sicché solo 1 è risultato disponibile per Gela. Purtroppo anche in questa circostanza la gestione dell’Asp ha acuito i disagi dei gelesi. Stesse considerazioni valgono per il personale sanitario e parasanitario ridotto all’osso e allo stremo, fra i motivi della mancata attivazione dell’Utin, unità complessa che dovrebbe essere in funzione già da 10 anni a Gela. La stessa senologia non ha un reparto dedicato, non ha il chirurgo plastico, infermieri e portantini. E’ altrimenti noto, così come registrato dalle cronache giornalistiche, che molti gelesi sono spinti a curarsi altrove e fuori provincia per le ataviche carenze. Anziché investire in loco per evitare tale migrazione passiva, l’Asp continua a pagare altre aziende sanitarie, piuttosto che assicurare ai gelesi e cittadini del circondario, le cure al Vittorio Emanuele: parliamo di oltre 80 milioni di euro annui sborsati dall’Asp nissena per migrazione passiva. Rileviamo, non ultimo, la necessità di una accelerazione nei lavori di adeguamento del pronto soccorso e nella programmazione attraverso il Piano di Zona così come previsto dalla 328/2000.
Comprendiamo che la lotta al Covid sia la priorità, ma a Gela come altrove, non ci si ammala e si muore solo di Covid. Pertanto, si dovrà tornare a parlare di sanità gelese a 360 gradi, della sua condizione attuale e di come migliorarla con effetto immediato. Il comitato valuterà in corso d’opera su una eventuale audizione in commissione sanità presso l’Ars.


Redazione
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