Gela, polemiche e veleni sul gasdotto maltese. «In mare c’è uranio impoverito e torio»
di Redazione
Sul gasdotto che dovrebbe collegare Gela e Malta non si ferma il dibattito, né si placano i timori. Nei giorni scorsi il parlamento europeo ha stoppato a larga maggioranza un’opposizione promossa da Verdi e Sinistra su questa e altre opere che Bruxelles ritiene strategiche. Restano però le perplessità se non l’allarme, recentemente lanciato anche in Regione che ha espresso parere negativo.
«Nelle stazioni di campionamento prossime all’approdo di Gela le concentrazioni dei composti radioattivi sono risultate essere sempre inferiori ai limiti di rilevabilità, a esclusione dell’Uranio 238 e del Torio 234». È uno dei passaggi contenuti nel parere negativo che la Regione ha inviato nei giorni scorsi al ministero per la Transizione ecologica sul progetto del gasdotto. Il documento poggia le sue basi su uno studio realizzato dall’ente gestore della riserva Lago Biviere e riguarda la procedura di valutazione ambientale.
Sula presenza di veleni e possibili sostanze radioattive ha acceso il faro nei giorni scorsi un’inchiesta del Fatto Quotidiano.
«Il progetto – scrive il Fatto in un articolo a firma di Simone Olivelli – è stato presentato quattro anni fa e, per quanto in una prima fase servirà soltanto l’isola dei cavalieri, venne accolto con interesse dall’allora governatore della Sicilia Rosario Crocetta, che proprio di Gela è stato sindaco a inizio anni Duemila. Tuttavia a coltivare perplessità sulla capacità del territorio di sopportare a livello ambientale il peso dell’opera – a Gela approda già un gasdotto che parte dalla Libia – sono in tanti».
Nel parere espresso dalla Riserva Biviere, 63 pagine fitte di dati, analisi e considerazioni, i tecnici fanno più volte ricorso all’espressione “cumulo degli impatti”, ovvero la necessità di valutare la singola opera considerando quanto già esistente sul territorio ritenendo che “il progetto debba tenere in considerazione altri tracciati”.
Tuttavia le possibilità che il progetto venga modificato potrebbero non essere molte – secondo quanto riporta il Fatto Quotidiano – seppure le criticità, stando al documento, sarebbero molte.
«Nei campioni di pesce – si legge infatti nel servizio pubblicato dal giornale di Roma – sono state trovate “concentrazioni apprezzabili” di metilmercurio e arsenico, mentre nei crostacei e nelle fanerogame marine i ricercatori hanno individuato anche cadmio e piombo. Tutti fattori che per l’ente gestore dovrebbero spingere a rivedere il progetto del gasdotto, individuando un approdo in Sicilia in una zona lontana da Gela».