Si è conclusa ier a Catania la due giorni di visite istituzionali della delegazione consiliare del Consiglio superiore della magistratura negli uffici giudiziari di Gela, Agrigento, Caltanissetta e nel capoluogo etneo, in occasione del trentatreesimo anniversario della morte del giudice beato Rosario Livatino, che operò come magistrato di prima nomina nel tribunale di Caltanissetta, e poi come pm e giudice ad Agrigento, dove fu assassinato il 21 settembre del 1990 mentre si recava in Tribunale. La delegazione era composta dal vice presidente Fabio Pinelli, dai consiglieri Enrico Aimi, Marco Bisogni, Felice Giuffrè, Antonino Laganà, Rosanna Natoli, dal segretario generale Alfredo Pompeo Viola e dal consigliere giuridico del vice presidente Andrea Apollonio. Dopo la prima tappa, mercoledì, ad Agrigento, la delegazione ha proseguito il percorso di ascolto degli Uffici giudiziari a Caltanissetta, dove è stata ricevuta dalla presidente della Corte d’appello Maria Grazia Vagliasindi e dal Procuratore generale facente funzioni Antonino Patti e ha incontrato tutti i magistrati del circondario nell’aula intitolata ai giudici Livatino e Saetta. La delegazione del Csm ieri mattina si è poi trasferita al Palazzo di Giustizia di Gela, accompagnata dalla presidente della Corte d’appello, dove è stata ricevuta dal presidente del Tribunale Roberto Riggio e dal procuratore della Repubblica facenti funzioni Lucia Musti. Nell’aula Moscato ha incontrato i magistrati del tribunale e della procura.

«La missione di questo Csm – dice il vicepresidente Pinelli – credo che non sia solo quella di rimettere in moto la macchina amministrativa ma anche di ridare l’orgoglio dell’essere magistrati: il recupero della credibilità è un obiettivo che non va cercato all’esterno; ma all’interno della magistratura, dipende da ciascuno di noi, dal nostro impegno quotidiano». «Lo si può ottenere attraverso la costruzione di un percorso al servizio dei cittadini, con lo sguardo non rivolto a se stessi ma alla comunità. Mai abbandonarsi alla demotivazione, mai avere cedimenti – sottolinea – la credibilità si rilancia con la fiducia». 

«Il Csm – conclude – è al servizio dei magistrati, vogliamo starvi molto vicini, con decisioni tempestive e intellegibili: trasparenti».

Il tour istituzionale si è concluso al Palazzo di Giustizia di Catania dove la delegazione è stata ricevuta dal presidente della Corte di appello, Filippo Pennisi e dal Procuratore generale facente funzioni Carlo Caponcello ed ha incontrato i magistrati del Distretto nella biblioteca della Corte d’Appello.