Il Pd perde pezzi alla vigilia del voto, Federica Giorgio lascia tutte le cariche di partito
di Redazione
Il Partito democratico perde «pericolosamente» pezzi, alla vigilia di una campagna elettorale che si annuncia tesa e combattuta, soprattutto per la conferma del seggio all’Ars in provincia. Nel pomeriggio Federica Giorgio, componente della segreteria provinciale, dell’assemblea nazionale e segretaria del circolo Centro storico del capoluogo ha rassegnato le proprie dimissioni da tutte le cariche in netto contrasto con la linea del segretario provinciale e potenziale candidato all’Ars, Peppe Di Cristina. Un nome che Giorgio non cita mai nel suo documento ma è noto anche ai sassi, negli ambienti Dem, la netta divergenza tra una parte della base e l’attuale segreteria.
«Dopo aver manifestato il nostro malumore in merito alle decisioni non condivise con la base del partito, non abbiamo volutamente commentato l’esito delle primarie perché volevamo capire meglio quale fosse lo scenario futuro sulla base delle dichiarazioni del Segretario Letta. E non intendiamo farlo adesso, perché nella confusione non avrebbe senso». È quanto scrive la dirigente Dem nella lettera indirizzata agli organi del partito. Nei giorni scorsi, assieme a una quarantina di dirigenti, militanti e simpatizzanti Pd, aveva firmato un documento di forte critica nei confronti dell’attuale leadreship provinciale e regionale del partito. Adesso, altri esponenti, potrebbero essere consequenziali.
«Speravamo – scrive – di poter aprire un dibattito interno, per modificare alcuni “atteggiamenti” all’interno del partito. Pur comprendendo il tran tran di queste ore speravamo di essere chiamati ad avviare una discussione seria, e anche di essere giudicati dagli organi di garanzia, cosi come ci era stato preannunciato: se fosse servito al dialogo, lo avremmo preferito al silenzio assordante cui assistiamo. Ci rendiamo conto che sarà un mese di duro lavoro per Caterina Chinnici, alla quale rinnoviamo gli auguri per la vittoria ed un grosso in bocca al lupo per la grande sfida che l’attende, augurandoci che lei, al contrario di molti dirigenti del Pd, veda il nostro documento, non come un attacco ad personam, ma come un mezzo per poter avviare una riflessione profonda che possa servire a cambiare rotta e che non venga lasciato nel dimenticatoio, perché il disagio c’è ed è noto a tutti, anche se non lo si vuole ammettere».
«Io però in quella discussione – scrive – se mai ci sarà, non prenderò parte, perché ho deciso di rassegnare le mie dimissioni da tutti gli organismi di partito che mi vedevano impegnata in qualità di segretaria del circolo Centro Storico di Caltanissetta, di componente della segreteria e direzione provinciale e, in ultimo, non per importanza, in qualità di componente dell’assemblea nazionale. Da più di due anni manifesto il mio malessere, ma purtroppo non è stato recepito nella maniera corretta, o forse semplicemente non interessava. Ho tirato troppo la corda e adesso mi trovo ad un punto di non ritorno. Sono Molto dispiaciuta, e per me rappresenta in un certo senso una sconfitta, perché il partito Democratico per me è stata una scuola, anche di Vita e non lo dimenticherò mai, e nei confronti di alcuni componenti più di altri, sarò sempre riconoscente, pur avendo la consapevolezza che la mia visione si discosta sempre più da quella che una volta ho considerato la mia casa. Spero tanto – conclude – che il Partito ritorni a essere un luogo di confronto e di crescita per i territori e per tutti coloro che scelgono di fare politica per passione e non per mestiere».