“Immuni”, Pd e Fi spingono per un confronto in Parlamento. Lega: utile ma ma servono garanzie
di Redazione
L’app per il tracciamento del contagio si sta lasciando dietro diverse polemiche. E una verifica da parte del parlamento appare quantomai urgente. Dalla maggioranza all’opposizione diverse sono le posizioni in campo, come rivela l’agenzia di stampa Ansa (www.ansa.it).
“È importante che si stia procedendo con la scelta del contact tracing come parte della strategia per condurre in sicurezza la ‘fase due’. Ma un terreno tanto delicato, che riguarda i diritti e le libertà costituzionali delle persone, non può essere affrontato esclusivamente con lo strumento dell’ordinanza commissariale”, afferma il capogruppo Pd alla Camera Graziano Delrio.
“Si deve procedere in fretta – spiega Delrio – e confrontarsi col governo ma come in altri paesi e tenendo conto delle indicazioni del Garante della Privacy, sulla sicurezza dei dati sensibili delle persone tracciate dall’app è necessario che la materia venga esaminata dalle Camere, come già richiesto dalla Commissione Trasporti di Montecitorio, nell’auspicio di giungere a una norma condivisa. Vanno assicurati la proprietà e la gestione pubblica dei dati e l’ assenza di discriminazioni fra cittadini nel pieno rispetto della privacy”.
“Con la scelta del Governo dell’utilizzo dell’app ‘Immuni’ per tracciare i contatti dei contagiati da coronavirus, in modo da contenere gli effetti di un’eventuale seconda ondata, il tema della privacy – dice Fiammetta Modena di Fi – torna prepotentemente, perchè riguarda da vicino il trattamento dei dati personali di tutti i cittadini italiani. Già lo scorso primo aprile il sito dell’Inps, che doveva gestire le domande per il bonus partite IVA previsto dal decreto “Cura-Italia”, è andato in crash, impedendo l’accesso alle persone.
In molti hanno anche segnalato che, dopo essere entrati con i propri username e password, potevano vedere le domande di altri utenti con le relative informazioni personali e riservate. Questa volta il governo ce la farà a garantire il rispetto della privacy? Da chi verranno gestiti tutti i dati sensibili? Il Governo pensa anche a delle limitazioni alla circolazione per chi sceglierà di non fare il download dell’app”.
“Urge un confronto serio in Parlamento sulla libertà e tutela della privacy, non può cadere sulle nostre teste per circolari e Dpcm una semplice ordinanza che il commissario per l’emergenza Covid Domenico Arcuri ha firmato qualche giorno fa”, conclude.
Per il segretario della Lega Matteo Salvini , “Usare le nuove tecnologie per combattere il virus è utile, ma con tutte le garanzie dovute ai cittadini italiani. Un commissario non può certo derogare dai diritti costituzionali senza che sia il Parlamento, e quindi il Popolo, ad essere investito di decisioni così delicate. Inoltre sulla “app Immuni” sono evidenti alcune gravi criticità, da molti sollevate, tra le quali: chi gestisce i dati raccolti, dove vengono conservati e per quanto e di chi è la proprietà dei dati? Garantire la protezione di diritti e dati privati degli italiani per la Lega è fondamentale, la strada scelta dal governo è pericolosa. La nostra libertà non è in vendita”.
Sulla App ‘Immuni’, “è stato già firmato il contratto così che possa accelerare nel più breve tempo possibile. L’app è uno degli strumenti: in questa vicenda non c’è una mossa salvifica”: sostiene il ministro della Salute Roberto Speranza intervenendo alla trasmissione Circo Massimo su Radio Capital. “Oltre alla prima funzione essenziale di tracciare i contatti, la app potrà essere molto utile per rafforzare la sanità digitale del nostro Paese – aggiunge – dobbiamo lavorare in questa direzione”.
Il presidente del Veneto, Luca Zaia, auspica che l’applicazione dell’App per il tracciamento “sia unica a livello nazionale, per fare in modo di condividere una strategia”. Ma, aggiunge il governatore, “si sta tentando di capire se riusciamo a costruirne una a lievllo regionale”. Per Zaia l’app dovrebbe essere “obbligatoria per tutti coloro che hanno un telefonino, altrimenti non funziona per avere un controllo vero. I tecnici dicono che se non si raggiunge il 60% della popolazione non ci sarà alcun effetto”. “Diamo la nostra disponibilità – conclude – di testarla nel Veneto”.