Intitolare il museo al professor Orlandini
di Nuccio Mulè
Il professor Nuccio Mulè ripropone il nome Piero Orlandini per l’intitolazione del museo archeologico di Gela. Lo fa con uno scritto inviato alle massime cariche regionali e comunali, tra esse il presidente della Regione, Renato Schifani, motivando la richiesta e allegando una breve nota biografica del celebre archeologo. Ci pregiamo di ospitare l’iniziativa del professor Mulè su Today24.
Il Museo Archeologico di Gela, una delle strutture museali più importanti della Sicilia e istituzione di grande valore culturale per la città, fu inaugurato nel 1958 per accogliere preziosi e unici reperti che a iosa venivano alla luce dagli scavi archeologici di Gela e del suo territorio. Nonostante i suoi 64 di vita, fino ad oggi il museo non possiede ancora una intitolazione, pertanto, sarebbe opportuno, non solo per una questione di prestigio, che si desse un’adeguata denominazione. A tale scopo, tempo fa, si costituì a Gela un comitato cittadino ristretto che, sulla base di diverse indicazioni, provvide a scegliere una rosa di personaggi che nel corso della vita di questo museo archeologico diedero un contributo alla sua nascita ed alla sua valorizzazione, valorizzazione che poi si è riverberata sulla città.
Da questa rosa emerse all’unanimità il nome del compianto Prof. Piero Orlandini di cui, pertanto, si riporta il suo curriculum vitae a corredo della presente proposta di intitolazione del Museo Archeologico di Gela.
Il Prof. Piero Orlandini (1923-2010), è stato uno dei personaggi più importanti di Gela nel campo dell’archeologia. A lui e alle sue pubblicazioni si devono anche la conoscenza delle scoperte archeologiche di Gela nel mondo. Con Orlandini si è avuta una parentesi esaltante di storia gelese che, assieme all’impegno dei compianti Griffo e Adamesteanu,
ha contribuito a trasformare questa città e il suo retroterra in uno dei maggiori centri di archeologia d’Italia oltre a darle un posto di rilievo in tutto il mondo per il suo patrimonio archeologico di primaria importanza, la cui conoscenza, peraltro, ha modificato il quadro storico della colonizzazione greca in Sicilia. Persona pacata, gentile, di elevate doti umane fu sempre prodigo di consigli e di aiuto a quanti archeologi, amici, studenti universitari, laureandi e specializzandi ebbero bisogno della sua esperienza di studioso ma anche di uomo. Il suo modo di intendere l’archeologia non fu mai fine a se stesso, si era spinto infatti nel sociale e nelle istituzioni perorandone una nuova visione gestionale. Il Prof. Orlandini era socio dell’Accademia Nazionale dei Lincei, la più antica accademia scientifica del mondo, fondata nel 1603, che ha annoverava tra i suoi primi soci Galileo Galilei. Il Prof. Piero Orlandini nacque a Roma nel 1923. Laureatosi e specializzatosi in Archeologia nella capitale, nel 1952 fu chiamato a Gela dal Dott. Pietro griffo, assieme al prof. Dinu Adamesteanu, per dirigere gli scavi archeologici di Gela e del suo entroterra, portando alla luce resti di templi, santuari, tombe e quartieri di insediamento e approfondendo soprattutto il culto di Demetra e Kore. A lui, nel 1958, fu data per diversi anni la responsabilità scientifica del nascente Museo Archeologico di Gela. Tra il 1963 e il 1967 diresse gli scavi del santuario di Bitalemi, di cui poi curò una corposa pubblicazione. Rimase a Gela fino al 1968, anno in cui ricevette l’incarico di reggere la Soprintendenza di Agrigento, incarico che si protrasse fino al 1971. L’anno dopo si trasferì a Milano dove all’Università Statale ricevette l’incarico di Professore ordinario di Archeologia e Storia dell’Arte Greca e Romana. Nel 1974 diresse gli scavi archeologici di Metaponto, in Basilicata, in particolare quelli dell’insediamento indigeno dell’Incoronata. Per la sua brillante carriera e per meriti professionali inoltre fu insignito di due medaglie d’oro, rispettivamente dal Ministero dell’Università e della ricerca Scientifica nel 1984 e da quello dei Beni Culturali nel 1990. Orlandini fu anche direttore dell’Istituto di Archeologia alla Statale di Milano fino al pensionamento, formando decine e decine di allievi che oggi rappresentano il meglio dell’archeologia italiana contemporanea. È stato autore di numerose pubblicazioni scientifiche, più di 130, relative all’archeologia greca della Sicilia e della Magna Grecia. Nel 1999, i colleghi e gli allievi dell’Istituto di Archeologia dell’Università degli Studi di Milano, diretto con grande prestigio e autorevolezza da Orlandini per oltre vent’anni, presero l’iniziativa di realizzare una raccolta di studi in suo onore con contributi di grande rilevanza scientifica curati da Marina Castoldi, miscellanea di studi archeologici. La scomparsa di Orlandini, grande figura dell’archeologia italiana dell’ultimo mezzo secolo, ha rappresentato una grave perdita per l’Archeologia e la proposta di intitolazione a suo nome del Museo Archeologico di Gela, a modesto parere dello scrivente, è imprescindibile da tale prestigioso curriculum. Contrariamente ad altre città che hanno dedicato i loro musei archeologici a qualificate personalità (si ricordano il Museo Archeologico di Agrigento e il Museo Archeologico Nazionale della Basilicata intitolati rispettivamente al Dott. Pietro Griffo e al Prof. Dinu Adamesteanu), Gela purtroppo ha dimenticato Piero Orlandini e fino ad oggi, che si sappia, nessuna amministrazione comunale o sovrintendenza o direzione del nostro museo si sono sentiti in dovere di ricordarlo come uno degli artefici della fortuna archeologica della città e come valorizzatore nel mondo delle sue antiche vestigia.