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La Battaglia di Gela, lo Sbarco del 1943: Giuseppe La Spina intervistato da «Le Monde»


di Redazione

La Battaglia di Gela, lo Sbarco del 1943: Giuseppe La Spina intervistato da «Le Monde»
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28 Ago 2022

Giuseppe La Spina, direttore del Gruppo Archeologico Geloi, consigliere nazionale dei Gruppi Archeologici d’Italia e componente dell’Accademia Enrico VI Hohestaufen, raggiunto dalla giornalista del quotidiano Le Monde, Marie-Béatrice Baudet, ha raccontato la straordinarietà dello Sbarco Alleato, della Battaglia di Gela del 1943, dei luoghi e dell’importante valore storico che rappresentano.

Di seguito alcuni passaggi tradotti in italiano:
«Nessun segno, nessuna indicazione, niente. Arrivando a Gela, sulla costa meridionale della Sicilia, viene addirittura da chiedersi se lo sbarco alleato sia avvenuto il 10 luglio 1943 in questo punto dell’isola, la più grande del Mediterraneo. All’inizio di agosto, i vacanzieri si riparano dal sole cocente sotto grandi ombrelloni senza il minimo sospetto del tumulto passato. Il contrasto con le spiagge della Normandia, dove ai visitatori estivi viene raccontata mille volte la storia che stanno calpestando, è sorprendente. Qui, nessun tavolo di orientamento, nessun monumento, nessuna bandiera, solo oblio. Non preoccuparti, ti aspetto in banchina», aveva detto felicemente al telefono lo storico locale Giuseppe La Spina.

«Le sue prime parole sono di scuse per la mancanza di precise segnaletiche sui luoghi dello sbarco, poi si gira verso lungo molo abbandonato che si protende nel mare. Sabato 10 luglio 1943 alle 4.30. Quella notte il tempo era terribile, forte mareggiata, forte vento, l’operazione era quasi rimandata. Il molo è facilmente individuabile grazie ad un grande striscione bianco che sventola al vento e le cui gigantesche lettere rosse dicono “No demolizione”. «Il comune non può permettere di distruggere questo pontile patrimonio nazionale, spiega il giovane siciliano di 37 anni, nato a Gela. È impossibile sapere cosa accadrà dopo. Al largo, invisibile, l’isola di Malta. Fu vicino alle sue coste che i convogli americani, inglesi e canadesi si raggrupparono il giorno prima dell’azione anfibia».

«Gela non è del tutto amnesica. Nel centro storico, in parte colpito dai cannoni delle navi alleate, è stata apposta una targa sul municipio. L’iscrizione commemora il 64° anniversario del D-Day con una frase: “In memoria di tutti coloro che sono caduti. Laconico, molto laconico. Concorda Giuseppe La Spina: “Questa è la primissima indicazione e risale al 2007. Nessuno sembrava avere fretta di ricordare. Pochi vicoli più avanti, dicono di più i muri di un grande edificio anonimo. L’ex quartier generale del consiglio fascista di Gela è stato mitragliato durante gli scontri tra le truppe americane e le forze italiane e tedesche. I segni di proiettile sono chiari. “Possano rimanere indelebili i segni della Battaglia di Gela, eloquenti testimoni di un evento che ha cambiato la storia d’Europa”, si legge. Un oggetto appeso a uno dei balconi attira l’attenzione. Sembra una lunga custodia nera, del tipo che usi per riporre un poster o una mappa. Guardando da vicino, riconosciamo il fascio che ornava la bandiera del Partito Nazionale Fascista Italiano. Non si fa menzione che questo antico attributo degli imperatori romani fosse anche quello delle Camicie nere di Mussolini.”


Redazione
Today 24 è un quotidiano on line indipendente, fondato nel 2014 da Massimo Sarcuno. Ogni giorno racconta i fatti e le notizie di Gela, Niscemi, Riesi, Butera, Mazzarino e di molti altri comuni del comprensorio. In particolare l’area del Vallone.