La certezza nell’incertezza
di Emanuele Artale
Pandemie, terremoti, distanze sociali, paure per il lavoro, mascherine, scosse al sistema economico, contatti fisici negati….quanta incertezza! Sembra di assistere a un film dell’orrore o vivere una realtà di fantascienza dove tutto è surreale. Eppure siamo a Natale e il 2020 si sta chiudendo con il desiderio di aprire un nuovo anno all’insegna della pace e della tranquillità. Nascono dentro di noi tanti interrogativi: quando finirà tutto questo? quando torneremo a riabbracciarci? quando il nostro lavoro avrà la sua sicurezza? Tutte queste domande si possono sintetizzare in un solo interrogativo: quando la nostra vita riprenderà certezza dinanzi alle tante incertezze a cui assistiamo? La risposta non è immediata e bisogna proiettarla in un tempo futuro per trovare esito positivo.
È importante, in questo periodo particolare e per certi versi buio, fare una “caccia al tesoro” per cogliere quegli elementi e quei valori positivi che possano dare forza e sostegno alle nostre fondamenta vacillanti. Un primo concetto positivo lo troviamo nel valore dell’amicizia: se esternamente essa deve rispettare le regole della distanza fisica e sociale, internamente è chiamata a rafforzarsi concentrando lo sguardo sulla sua bellezza e intensità perché “un amico fedele è una protezione potente, chi lo trova, trova un tesoro. Per un amico fedele, non c’è prezzo, non c’è peso per il suo valore” (Sir 6, 14-15).
Lo stesso principio di introspezione lo si può applicare nel rapporto coniugale tra marito e moglie, soprattutto quando i due hanno scelto di celebrare il loro matrimonio con quel sacramento religioso che il Signore ha voluto affinché i due “siano una sola carne”: dinanzi alle distanze di pensiero e ai diversi modi di essere e operare, i coniugi sono chiamati a focalizzare lo sguardo su quell’amore che è “donazione senza riserve” e, per certi versi, rinnegamento del proprio io egoistico a vantaggio della crescita dell’altro.
Un altro prezioso valore lo troviamo nel mistero del Natale. Esso vissuto con cadenza annuale rischia di essere un momento di materialità e di consumismo. L’acutezza del nostro occhio umano e spirituale si deve fermare “sul luogo dove si trovava il bambino” (Mt 2,12) e scoprire lì quell’Amore che abbraccia tutte le fragilità umane e le risana con tenerezza. Guardare il presepe di casa propria, significa scendere nella profondità del mistero di Dio che ha voluto dare rimedio all’errore commesso da Adamo ed Eva nel giardino dell’Eden.
Questo Natale è l’occasione giusta per passare dalle nostre incertezze alla certezza che Dio è presenza, stabilità, sostegno alla nostra vita scossa e turbata, speranza viva che ci aiuta a superare ogni paura.
Vi auguro di poter sperimentare la certezza della presenza di Dio e soprattutto la sicurezza che “Dio scrive dritto anche sulle righe storte degli uomini”.
Vi auguro un Buon Natale e Buon Anno Nuovo.