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GELA | Militari trucidati

L’Arma ricorda il sacrificio di 8 suoi figli, caduti per mano di spietati banditi. La strage di Rigiulfo, 75 anni dopo


di Redazione

L’Arma ricorda il sacrificio di 8 suoi figli, caduti per mano di spietati banditi. La strage di Rigiulfo, 75 anni dopo
attualità
29 Gen 2021

Quando venne ucciso teneva ancora una fotografia tra le dita rattrappite dalla prigionia e dagli stenti. Così morì il brigadiere Vincenzo Ammenduni, comandante della stazione dei Carabinieri di Feudo Nobile. Con la foto dei figli tra le mani. Quella sera, il 28 gennaio 1946, nelle campagne tra Gela e Mazzarino, venne trucidato assieme ad altri sette militari dell’Arma, tutti in servizio a Gela, presso quella casermetta di campagna, presidio di legalità in una Sicilia devastata dal conflitto bellico, dal brigantaggio e dalla mafia. Gli otto carabinieri erano stati sequestrati venti giorni prima dagli uomini del bandito Salvatore Rizzo, che, al pari di Salvatore Giuliano, imponeva la violenza e il brigantaggio nella Sicilia di quegli anni. I banditi, qualche giorno dopo il rapimento, si dichiararono disposti a rilasciare gli ostaggi in cambio della liberazione del capo dell’Evis (l’esercito volontario per l’indipendenza), Concetto Gallo, da poco arrestato. Dopo tre settimane di trattative e di inutili rastrellamenti tesi a intercettare la banda dei rapitori, nei pressi di una miniera di zolfo, i militari vennero denudati e falciati a raffiche di mitra e colpi di moschetto in sequenza, assistendo l’uno alla carneficina dell’altro.

I loro nomi sono Vincenzo Ammenduni, brigadiere, nato a Ruvo di Puglia, Bari; Fiorentino Bonfiglio, nato a Ceriale, Savona; Mario Boscone, nato a Palermo; Emanuele Greco, originario di Lascari, Palermo; Giovanni La Brocca, di Gioia del Colle, Bari; Pietro Loria, originario di Roccamena, Palermo; Vittorio Levico, nato a Bolognetta, Palermo) e Mario Spampinato, nativo di Misterbianco, Catania.
I loro corpi furono gettati nel pozzo di una zolfatara abbandonata, in contrada Rigiulfo, dalla quale ciò che restava dei loro corpi, fu recuperato solo alcuni mesi dopo.

In memoria dei caduti, il comando generale dell’Arma dei Carabinieri ha tributato, nel 1950, un encomio solenne a ciascuno di essi e, il 5 aprile 2016, il Presidente della Repubblica ha concesso loro la Medaglia d’Oro al Valor dell’Arma dei Carabinieri “alla memoria”. Dopo 75 anni, con una semplice ma sentita cerimonia, a Mazzarino, è stato ricordato il loro sacrificio.
Il generale Rosario Castello, comandante della Legione Carabinieri Sicilia, ha deposto una corona d’alloro sul monumento che all’interno del cortile della Caserma della Stazione Carabinieri di Mazzarino, ricorda il sacrificio degli otto caduti. Al fianco del generale Castello c’erano il colonnello Baldassare Daidone, comandante Provinciale dei Carabinieri di Caltanissetta e il tenente colonnello Ivan Boracchia, comandante del Reparto Territoriale dei Carabinieri di Gela, oltre a vari militari dell’Arma e autorità locali. Poco dopo, nella chiesa Santa Maria di Gesù di Mazzarino, è stata celebrata una messa di suffragio, officiata da don Salvatore Falzone, cappellano militare del comando Legione Carabinieri Sicilia e dal parroco don Giuseppe D’Aleo.

Fiorentino, Mario, Emanuele, Giovanni, Pietro, Vittorio, Mario e il loro comandante, Vincenzo, sono sepolti nei cimiteri delle loro città d’origine. E probabile che qualche familiare, qualche nipote, ancor oggi si rechi sulle loro tombe a portare un fiore. E c’è chi come i colleghi, l’Arma, non ha mai smesso di onorarne la memoria. Ricordano i resoconti del tempo che il carabiniere Spampinato abbia sperato fino alla fine di poter fare una cena coi colleghi, una volta liberi.

«Torneremo a casa ragazzi, e la prima cosa che farò è porte un cero alla madonna. La seconda? Una bella cena di pesce a casa dei miei, a Catania. E voi sarete con me».

Pure quell’ultimo desiderio venne falciato via dalle raffiche dei banditi. Assieme alla speranza e a otto giovani vite.

(Nella fotogallery, sopra, alcuni momenti della cerimonia del 75° anniversario della strage di Rigiulfo; nell’immagine grande, in alto, tre degli otto militari uccisi: Fiorentino Bonfiglio, Vincenzo Ammenduni ed Emanuele Greco).


Redazione
Today 24 è un quotidiano on line indipendente, fondato nel 2014 da Massimo Sarcuno. Ogni giorno racconta i fatti e le notizie di Gela, Niscemi, Riesi, Butera, Mazzarino e di molti altri comuni del comprensorio. In particolare l’area del Vallone.