L’ingegnere che inventa nuovi dispositivi salva vita, dal cuore artificiale al trasporto di organi
di Alberto Drago
Essendo stato sottoposto a due trapianti di cuore, il primo quando era bambino, il secondo proprio nel mese di luglio scorso all’Ismet di Palermo, continua a dedicare la sua vita con grande motivazione e da autodidatta, allo studio dell’energia orientato alla materia dei cuori artificiali. È l’ingegnere gestionale Paolino Pio Mattina, 28 anni, inventore di dispositivi energetici e biomedici, iscritto all’albo nazionale degli inventori. Dopo avere realizzato “Andrea”, un elettrostimolatore per cuori artificiali a cui ha dato lo stesso nome del suo primo donatore per migliorare le condizioni di vita dei pazienti affetti da gravi problemi cardiaci, ha progettato in onore del suo secondo donatore “Heart Valvular”, un nuovo tipo di cuore artificiale.
«L’apparecchio – spiega – dovrebbe risolvere un altro problema cardiochirurgico, ovvero quello della formazione di emolisi sanguigna, distruzione dei globuli rossi, dovuta alla meccanica rotazionale del rotore. Heart Valvular, che ha un funzionamento molto simile a quello del cuore anatomico, riduce non solo il rischio di emolisi ma anche la quantità di onde elettromagnetiche assorbite dal corpo stesso».
A tal proposito Mattina, dopo avere realizzato il nuovo modello di pompa ne ha sperimentato il carico di assorbimento e sta già sviluppando un prototipo per testarne il corretto funzionamento.
L’inventore inoltre, avendo partecipato al congresso nazionale della Società italiana trapianti d’organo (Sito), ha ascoltato le problematiche che affliggono la tecnologia per il trasporto degli organi e dei tessuti in fase di trapianto che è legata – durante il tragitto – alla durata dell’organo in fase di ischemia, per cui pensando ai vantaggi di un organo donato da ad esempio da paesi molto lontani, ha avviato lo studio di un nuovo sistema di perfusione perpetua fredda e calda che si autoalimenti senza limiti di tempo.
«Per adesso – dice Mattina – è impensabile ricevere un organo dagli Stati Uniti o dall’Inghilterra, ma sono certo che sarà possibile perché io e il mio team siamo già a lavoro con dei prototipi». Mattina precisa che i suoi progetti non hanno fini di lucro perché orientati a proteggere la vita umana.