Tre persone sono state arrestate per l’incendio di una discarica risalente ad alcuni mesi addietro. Alla base del gesto ci sarebbe un contesto di criminalità locale e forte degrado, sul quale hanno fatto luce i militari del nucleo investigativo. In carcere sono finiti Carmelo D’Antona, 39 anni, di Ravanusa e Cristoforo Famà, 41 anni, di Licata. Ai domiciliari, con braccialetto elettronico, è stato invece sottoposto Mario Antona, 24 anni, di Ravanusa. Rispondono di estorsione, furto pluriaggravato, incendio doloso e inquinamento ambientale. A Carmelo D’Antona viene anche contestato il reato di tentato omicidio. Il 10 luglio scorso, a Campobello di Licata, avrebbe picchiato selvaggiamente un uomo di 26 anni. Al centro dell’indagine l’incendio doloso al deposito della Omnia Srl, con sede nella vicina Licata, risalente al gennaio scorso, che oltre ai danni materiali, secondo le misurazioni effettuate nell’immediatezza dall’Arpa Sicilia, ha generato una grave compromissione dell’aria per la diffusione di sostanze altamente tossiche. Oltre ai tre arrestati ci sono altre 11 persone indagate, per le quali, viste le nuove norme, sarà necessario l’interrogatorio preventivo del gip prima di procedere alla valutazione della richiesta di misura cautelare.

Nel pomeriggio, agli inquirenti, è arrivato il plauso di Antonello Cracolici, presidente della commissione Antimafia dell’Ars.

«Esprimo il mio plauso – afferma – alle forze dell’ordine e alla procura di Agrigento per le indagini sull’incendio al deposito di rifiuti Omnia a Licata e che hanno fatto luce sul contesto. Bisogna lavorare per migliorare il rapporto con le istituzioni, invitando i cittadini a denunciare. Rilanciare l’impegno civile è l’unica strada da percorrere se vogliamo un’economia libera da mafia e illegalità».