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Mazzarino: querela dopo lo scontro in aula Ragusa prosciolto, il caso viene archiviato


di Redazione

20 Nov 2023

Il vicepresidente del consiglio comunale, Lino Ragusa, è stato prosciolto da ogni accusa e non è imputabile per i reati di violenza privata e falsità materiale in atti pubblici, scaturiti da una querela formalizzata l’anno scorso da Vincenzo D’Asaro, consigliere comunale, attuale commissario cittadino di Fratelli d’Italia e già sindaco. Così ha deciso il Tribunale di Gela, a circa un anno e mezzo dall’atto presentato in Procura dall’ex primo cittadino, all’epoca dei fatti capogruppo di Forza Italia.

I fatti risalgono alla seduta consiliare del 10 marzo 2022 quando Ragusa, presiedente pro tempore dell’aula, aveva fatto allontanare D’Asaro durante la discussione sulla legge di Bilancio 2022 attinente la rigenerazione urbana per comuni con popolazione inferiore a 15 mila abitanti, esame e approvazione dello schema di convenzione.

Dopo un dialogo dai toni accesi tra i due, Ragusa, aveva invitato il collega ad attenersi al tema del dibattito. Di contro D’Asaro, aveva replicato accusando il presidente di impedire l’esercizio democratico della critica, fino a che, durante le dichiarazioni di voto il consigliere era stato espulso dall’aula. D’Asaro accusava Ragusa di averlo allontanato con l’ausilio della forza pubblica “in modo arbitrario e in spregio ai regolamenti” e denunciava la sinteticità con cui la vicenda era stata riportata nel verbale della seduta.

La denuncia presentata da D’Asaro è stata archiviata per “insussistenza del fatto” poiché le immagini registrate da un’emittente locale accertano l’esatta dinamica dei fatti. Dopo vari inviti e i richiami all’ordine, di fronte all’atteggiamento perseverante di D’Asaro, Ragusa si era detto costretto ad allontanarlo dall’aula poiché fuori microfono continuava a disturbare i lavori (durante le dichiarazioni di voto del consigliere Egidio Gesualdo). Nessuna “violenza privata e nessuna minaccia” dunque da parte di Ragusa che oggi si dice felice dell’esito della questione giudiziaria.

«Ho sempre avuto fiducia nella giustizia – afferma il vicepresidente del consiglio comunale – e ho sempre ritenuto di aver svolto secondo regolamento il compito di presidente, rispettando la libertà di parola di ogni consigliere comunale. La politica è tale quando è trasparente, rispettosa verso le Istituzioni e gli uomini, quando è fatta nelle sedi opportune e non in Procura».

L’ordinanza di archiviazione precisa che Ragusa non ha impedito il libero esercizio del diritto di voto (verso cui il consigliere dichiarava di non partecipare per proteste) agendo secondo l’articolo 29 del regolamento per il funzionamento del consiglio comunale, secondo cui il presidente ha il compito di regolare il dibattito ed eventualmente adottare sanzioni tra cui anche l’espulsione. Lo stesso articolo dice anche che nella seduta successiva di approvazione dei verbali ogni consigliere ha facoltà di chiedere modifiche, integrazioni o rettifiche, cosa che non è avvenuta. Il tribunale ha escluso inoltre il falso ideologico, considerato che il verbale è redatto non dal presidente ma dal segretario generale del Comune.


Redazione
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