Mazzarino, mozione di Vicari, D’Aleo e Lo Forte. «Chiesa del Carmine a rischio, salviamola»
di Redazione
Il destino della chiesa del Carmine, da anni chiusa al culto, al centro di un’iniziativa politica promossa dai consiglieri comunali Livio D’Aleo, Francesco Lo Forte e Santo Vicari. Il complesso architettonico è da tempo in abbandono, la chiesa è infatti chiusa al culto e alla pubblica fruizione da circa un ventennio mentre l’annesso convento dei Carmelitani oggi ospita gli uffici del comune di Mazzarino. Unica nel suo genere la chiesa presenta una cupola sulla cui sommità svetta una bandiera sostenuta dai monchi anteriori di un leone: lo stemma dei Branciforti. Al suo interno, oltre all’altare maggiore, altri sei altari riempiono le due pareti laterali. Risalente alla metà del ‘600 fu costruita per contenere un grande sarcofago con le ceneri degli antenati dei Branciforti e dello stesso Giuseppe Branciforti. L’altare maggiore è dedicato al protomartire Santo Stefano, un tempo impreziosito dalla tela del grande interprete della pittura barocca Mattia Preti, trafugata agli inizi degli anni ’80 e mai più ritrovata, opera che raffigurava il martirio di Santo Stefano. Al suo posto oggi è collocata oggi una copia in bianco e nero che raffigura il santo mentre viene lapidato.
Della chiesa si è discusso durante un recente convegno dedicato alla presentazione di un testo letterario opera del giovanissimo Vincenzo Camilleri, dal titolo “La grande storia dei Branciforti di Mazzarino e dei Carafa della Spina. Studi, ricerche e documenti inediti”.
«L’evento – scrivono i consiglieri D’Aleo, Di Forti e Vicari in una interrogazione al sindaco, al presidente del consiglio comunale e ai capigruppo – è stato molto seguito e ha suscitato un notevole interesse in tutta la città che ha potuto apprezzare le doti del giovane storico mazzarinese. Nel corso della serata da un relatore dell’evento è emersa una problematica della chiesa».
Scriveva nel 2010 Saverio Mannella riferendosi alla chiesa del Carmine: “La sua bellezza si commenta da sé e, tuttavia, l’incuria di quanti hanno il sacrosanto dovere, per autorità e per amore delle cose patrie, sta lasciando al tempo, alle intemperie, all’umidità, che ne facciano un sol boccone.”
«Per questo – argomentano i consiglieri firmatari dell’atto ispettivo – considerato che intere generazioni non hanno avuto la possibilità di vedere e conoscere la bellezza di un tale bene posto proprio al centro della nostra cittadina e accanto al Palazzo di Città, con la presente mozione impegniamo il sindaco e la giunta comunale per sapere: a chi appartiene la proprietà della Chiesa del Carmine; A parte il Comune se esistono altri enti coinvolti nella proprietà; se l’amministrazione comunale intende prendere in considerazione l’appello venuto fuori dall’evento culturale; se dovremo, per forza, rassegnarci al fatto che l’incuria e le intemperie producano più danni di quelli già fatti e se rientra nei piani di questa amministrazione un interesse per la salvaguardia del prezioso bene».