Niscemi: bloccati ai traghetti e poi fatti rientrare, ora sono in quarantena. Ecco la loro odissea
di Alberto Drago
Sono confortanti e lasciano ben sperare in città i segnali di arresto di casi di contagio del Coronavirus. Fortunatamente a oggi rimangono circoscritti a tre i casi d’infezione che si sono verificati e nei quali sono risultati positivi ai tamponi un neopensionato di 65 anni, ricoverato all’Ospedale Gravina di Caltagirone e le cui condizioni di salute migliorano di giorno in giorno ed anche due donne, le quali essendo asintomatiche, sono ancora sottoposte in quarantena nelle rispettive abitazioni, seguite dai medici di famiglia. Ciò nonostante la guardia per prevenire i contagi del Covid-19 in ambito sanitario ed istituzionale continua ad essere mantenuta alta in città, anche perché sono già rientrati una cospicua quantità dei 130 operai di Niscemi provenienti dalla Francia, i quali avevano già comunicato il loro ritorno al sindaco Massimiliano Conti, alle autorità sanitarie e di polizia.
La ditta presso cui lavoravano, che opera nel campo della bonifiche da amianto, per l’emergenza Coronavirus scattata anche in Francia, ha chiuso momentaneamente i cantieri e posto tutti gli operai in cassa integrazione. Gli operai sono già posti in stato di rigorosa quarantena in alloggi diversi dalle abitazioni e lontano dai loro familiari. Due di questi, cognati, provenienti dalla Francia, Salvatore Cannizzo e Salvatore Spartà, sono arrivati ieri mattina alle 7 in città stanchissimi e stremati, poiché rimasti bloccati da lunedì sera a Villa San Giovanni. Anche loro si sono messi per 14 giorni in rigida quarantena. Ieri sera, inoltre, sono rientrati in città da Messina dove erano stati posti da due giorni in quarantena in un albergo della città dello stretto, il niscemese Giacomo Bartoluccio, la moglie, il figlio di 5 anni ed una cugina. I quattro, di ritorno da Roncadelle, per la chiusura dell’Iveco a causa dell’emergenza Coronavirus e dove Giacomo ha lavorato e è stato posto in disoccupazione, erano rimasti bloccati domenica a Villa San Giovanni senza potere traghettare e solo martedì sono sbarcati col traghetto a Messina e posti in quarantena in un albergo del luogo. A sbloccare la loro permanenza, attraverso la prefettura, è stato il sindaco Massimiliano Conti.
«È stato un incubo – racconta Bartoluccio, sentito ieri pomeriggio al telefono – finalmente stasera sarò a casa in quarantena con tutta la mia famiglia. Nell’albergo c’eravamo un 120 persone con una sala pranzo in comune e mi chiedevo che stato di quarantena fosse. Mi sono sentito senza Patria, perché oltre ad avere perso il lavoro, mi è stato impedito per 4 giorni di tornare a casa con tutte le precauzioni da adottare dal punto di vista sanitario».