Niscemi: il Tar ritarda l’apertura e vieta la caccia al coniglio. La protesta delle «doppiette»
di Alberto Drago
Il divieto della caccia al coniglio selvatico non piace ai cacciatori di tutta l’isola. Tra loro ovviamente anche di Niscemi. Sono circa 250 le «doppiette» in città. Erano pronte, dal primo al 18 settembre, alle cinque giornate di preapertura della stagione venatoria, preiste dal calendario venatorio pubblicato a maggio. Tutto annullato, la preapertura stagionale è stata cancellata dal Tribunale amministrativo su ricorso presentato dalle associazioni ambientaliste e animaliste.
Il Tar, oltre bloccare la preapertura, ha anche disposto il divieto di caccia al coniglio selvatico per tutta la nuova stagione venatoria, consentendo soltanto quella al colombaccio, alla ghiandaia, al merlo e di altre specie di volatili.
Contro la sentenza del Tar la Regione siciliana ha presentato un ricorso al Cga, la cui udienza è prevista il 7 settembre prossimo.
Attualmente infatti l’apertura della stagione venatoria è prevista il 18 settembre prossimo. Con il divieto di abbattere il coniglio selvatico.
A interpretare i malumori dei cacciatori della città è l’ex presidente dell’associazione venatoria dei migratoristi, Francesco D’Agostino.
«I cacciatori osservano il periodo di chiusura della caccia, pagano le tasse e non è giusto che subiscano divieti simili. È un gioco delle tre carte che deve finire. Il 25 settembre prossimo si vota per le elezioni politiche e regionali e come cacciatori sapremo come comportarci dentro le cabine elettorali nel caso in cui non dovesse essere ripristinata la caccia al coniglio selvatico».