Niscemi e Gela colpite dalla tragedia della 626. Greco: «La salute è un diritto, non si può morire così»
di Alberto Drago
Niscemi e Gela ancora sotto choc per la tragedia della strada avvenuta giovedì sulla SS 626. Come noto, a causa di un violentissimo impatto fra una Nissan «Juke» proveniente da Gela e un’ambulanza del «Vittorio Emanuele», di ritorno dal «Sant’Elia», hanno perso la vita, Tiziano Iudica, 49 anni, di Gela, autista del veicolo di soccorso, Francesco Cannia, 76 anni, di Niscemi, paziente trasportato dall’ambulanza e Luigi Guarnaccia, 46 anni di Catania, che era alla guida della Nissan.
Sono rimasti feriti l’infermiere Giuseppe R. 54 anni, di Mazzarino, in prognosi riservata, trasferito in elicottero a Caltanissetta e il medico Flavio R., 31 anni, attualmente ricoverato a Gela per fratture intercostali e altre lesioni. L’infermiere è in Rianimazione per traumi al volto e una compressione polmonare.
Cannia era a bordo del veicolo di soccorso, di ritorno dal «Sant’Elia», dove era stato trasferito nella mattinata di giovedì dall’unità di Cardiologia di Gela per essere sottoposto a trattamento emodinamico, poiché proprio giovedì mattina era stato colto da un attacco di cuore. L’intervento, poi il viaggio di ritorno nel pomeriggio, il violento impatto e la tragedia, con la morte del settantaseienne, per una profonda ferita alla testa, e di altre due persone.
L’incidente è avvenuto sotto gli occhi della moglie e di una delle figlie del pensionato, che viaggiavano a bordo di una Fiat «Punto», poco distanti dal veicolo di soccorso: si sono accorte del terribile incidente e hanno appreso il diretta che il loro caro aveva perso la vita.
Il corpo dell’uomo si trova attualmente nell’obitorio del cimitero Farello di Gela, posto sotto sequestro giudiziario.
Cannia, pensionato, con problemi cardiologici, abitava nel quartiere posto lateralmente alla via Madonna, appartenente alla Parrocchia San Francesco d’Assisi. Lacrime e rabbia di familiari e amici che in queste ore si sono stretti alla famiglia, nell’abitazione di via Ragusa 12.
Dolore è stato espresso dal sindaco, di Gela, Lucio Greco, per la grave tragedia della strada.
«Sono addolorato – dice – ma anche esterrefatto e indignato. Il gravissimo incidente è una ferita per tutti, che, al netto del dolore per la perdita di tre vite umane, ripropone due piaghe del nostro territorio: una sanità estremamente precaria e una viabilità da terzo mondo. L’ospedale di Gela sebbene abbia necessità di un reparto di emodinamica, previsto ogni 75 mila abitanti, e quindi ci spetterebbe di diritto, ne è privo. E così succede quello che non è tollerabile, e cioè che una persona fragile come il paziente di Niscemi, debba essere trasportato in ambulanza per chilometri per avere accesso a una consulenza, e perda la vita per questo! Non ci sono parole per descrivere la mia amarezza».
«Tiziano Iudica – afferma – l’autista d’ambulanza deceduto, era un nostro concittadino amato e stimato, da tutti descritto come un ragazzo splendido, un amico speciale, il fratello che tutti avremmo voluto avere. Lascia una figlia adolescente, i genitori, una sorella e un fratello devastati. Come devastati siamo tutti. Per questo, voglio annunciare sin da ora che nel giorno dei suoi funerali a Gela sarà proclamato il lutto cittadino. Un pensiero va alle altre vittime, alle loro famiglie. Al medico e all’infermiere ricoverati a seguito dello stesso incidente. A entrambi i migliori auguri di una pronta e totale guarigione, almeno nel corpo. Le ferite dell’anima, temo, avranno bisogno di molto più tempo».
(Nella foto grande, in alto, Francesco Cannia. Al centro dell’articolo una foto dell’incidente. Sopra Tiziano Iudica).