Niscemi: «Il commissariato non chiude», il questore smentisce le voci. Stabile in parte inagibile, si valutano le soluzioni
di Redazione
«Il commissariato di Polizia non chiude, né rallenta l’attività di pubblica sicurezza». Lo ha detto stamane il questore, Emanuele Ricifari, rispondendo alle voci e alle preoccupazioni dei giorni scorsi, alimentate anche dal contenzioso con i proprietari dell’attuale stabile, che andrà in discussione a gennaio 2022. Sull’immobile, che si trova in viale Gori, pende infatti un ordine esecutivo di sfratto. Il prefetto, nei giorni scorsi, aveva firmato un proprio atto di indirizzo, dichiarando inagibile la parte dei locali che ospita gli uffici della Polizia amministrativa. Pertanto, al momento, risulta sospeso il rilascio dei passaporti, che potranno essere richiesti a Gela. Sempre temporaneamente si spostano, a Caltanissetta, le competenze dell’ufficio immigrazione e la richiesta delle licenze di polizia (porto d’armi).
Il questore, il 16 giugno scorso, si era visto costretto a chiudere un’ala del commissariato, quella adibita all’ufficio Pasi (polizia amministrativa) a seguito di condizioni di forte degrado.
Un sopralluogo dei Vigili del fuoco ha escluso il pericolo di crolli ma la situazione resta difficile.
«Sono locali – dice Ricifari – non idonei a ospitare una struttura di Polizia».
Nei giorni scorsi ci sono state forti interlocuzioni con il Comune e la Regione, grazie anche all’interessamento del Prefetto, Chiara Armenio, che il questore ha pubblicamente ringraziato.
Il comune, nel 2011, aveva già individuato la soluzione: i locali attualmente destinati a ufficio tecnico, nei pressi dello stadio comunale. Una palazzina che però andrebbe sistemata e occorrono lavori di adeguamento per farla rispondere almeno al cosiddetto Livello 4 e garantire il passaggio di cavi di servizio e sistemi telematici degni di un moderno ufficio di pubblica sicurezza.
Una spesa di circa due milioni di euro che rappresenta il nodo della questione. L’amministrazione in carica è vincolata da uno status di pre dissesto e non può affrontare un investimento del genere.
Il problema potrebbe essere aggirato attraverso la cessione del diritto di superficie o una locazione a lungo termine (99 anni) che consentirebbe al ministero dell’Interno di appropriarsi dei locali e adeguarli con spese a proprio carico. Esistono anche una terza via, quella dell’accensione di un mutuo con la Cassa depositi e prestiti, e una quarta ipotesi, quella di un intervento regionale. Soluzione alla quale sta lavorando il sindaco, Massimiliano Conti.
«Certo – dice Ricifari – pure apprezzando molto l’impegno dell’attuale sindaco, in passato si poteva fare di più. Da 2011, data in cui è stata individuata la soluzione dei nuovi locali, a oggi poco o nulla di concreto è stato fatto. Al di là di buone parole e buoni propositi».