Niscemi: il ricordo commosso del carabiniere Caruso, ucciso nel 1977 a Reggio Calabria
di Redazione
Questa mattina, in occasione del 46° anniversario della scomparsa del carabiniere Vincenzo Caruso, medaglia d’oro al valor militare, originario di Niscemi, deceduto il primo aprile 1977 a Taurianova, comune alle porte di Reggio Calabria. Oggi, Caruso, avrebbe 72 anni. La celebrazione liturgica si è svolta in Chiesa Madre, a Niscemi. Prima della messa il comandante provinciale, colonnello Vincenzo Pascale, ha deposto una corona di fiori sulla tomba dove riposa l’eroico militare mentre, al termine della funzione, concelebrata dal cappellano militare del comando legione Carabinieri Sicilia, don Salvatore Falzone e dal parroco, don Massimo Ingegnoso, il comandante Pascale ha ricordato il triste episodio in cui perse la vita il militare, sottolineando come il servizio svolto dai carabinieri, quotidianamente esposti ai pericoli per la tutela della cittadinanza, si spinga fino all’estremo sacrificio, come quello del militare che oggi viene ricordato.
Per rammentare il triste episodio in cui perse la vita il Carabiniere si riporta di seguito la motivazione con la quale il 27 agosto 1977 il Presidente della Repubblica conferì al militare la massima onorificenza “alla memoria”:
“Componente equipaggio di autoradio, lasciato di vigilanza all’esterno di casolare isolato nel quale si era introdotto per controllo un graduato capo servizio, interveniva subito per dare man forte al superiore fatto segno a numerosi colpi di arma da fuoco da parte di pregiudicati, ingaggiando con essi, con coraggio e consapevole ardimento, un cruento scontro a fuoco. Benché gravemente ferito persisteva nell’azione uccidendo due malfattori fino a quando, privo di forze, si accasciava, stremato, al suolo, dove veniva barbaramente finito” Taurianova – 1° aprile 1977.
Caruso, arruolato nell’Arma il 16 aprile 1969, dopo alcuni anni trascorsi in Piemonte era stato trasferito alle dipendenze della Compagnia di Taurianova. In ogni circostanza aveva dato ampia dimostrazione delle proprie qualità, distinguendosi per l’eccellente rendimento in servizio e per il particolare altruismo dimostrato nelle relazioni umane.
Al riguardo si rievoca quanto accadde quel triste giorno di oltre quarant’anni fa: il 1° aprile 1977, alle ore 14.25, l’equipaggio dell’Aliquota Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Taurianova, in provincia di Reggio Calabria, composto dall’appuntato Stefano Condello, capo equipaggio, e dal carabiniere Vincenzo Caruso, autista, intervenivano presso una casa colonica sita in contrada Razzà, ove era in corso un summit tra undici soggetti appartenenti alla “ndrangheta”, facenti capo alla famiglia Avignone.
Appena giunti sul posto, l’appuntato Condello faceva irruzione all’interno del casolare, mentre il carabiniere Caruso supportava il collega all’esterno dell’immobile. Uditi i primi colpi d’arma da fuoco, repentinamente faceva anch’egli ingresso nell’edificio e ingaggiava con i malviventi un cruento scontro a fuoco. Seppur gravemente ferito riusciva a sopraffare due dei malfattori, sino a quando, stremato, si accasciava al suolo dove, unitamente all’appuntato Condello, veniva barbaramente trucidato.
Le successive indagini condotte dall’arma portarono all’identificazione ed all’incriminazione dei soggetti presenti nel casolare.
Stamane alla commemorazione hanno preso parte le autorità, il sindaco, Massimiliano Conti, con la fascia tricolore, il vicesindaco, Pietro Stimolo, i rappresentanti delle forze dell’ordine, delle associazioni d’arma e dei combattenti presenti sul territorio.