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INTERVENTO | Italia con Trump

Niscemi, la Sanità rischia il collasso. Incarbone: «Servizi e reparti ridotti al minimo»


di Alberto Drago

Niscemi, la Sanità rischia il collasso. Incarbone: «Servizi e reparti ridotti al minimo»
attualità
15 Lug 2022

Aurelio Incarbone, medico rianimatore, in servizio per oltre trent’anni al Suor Cecilia Basarocco, oggi in pensione, è il nuovo responsabile provinciale del dipartimento Sanità di «Italia con Trump», movimento che oggi conta 8 milioni di iscritti e al quale il professionista di Niscemi ha recentemente aderito. Incarbone si è messo subito al lavoro e ha indirizzato una lettera denuncia sulla Sanità malata, recapitandola al presidente della Regione, Nello Musumeci, al presidente dell’Ars, Gianfranco Micciché, all’assessore regionale alla Sanità, Ruggero Razza, al manager dell’Asp, Alessandro Caltagirone e alla direzione sanitaria dell’azienda.
«Negli anni – scrive Incarbone – ho avuto modo di confrontarmi con la realtà sanitaria siciliana, ma in maggior misura con quella nissena e dell’ospedale di Niscemi, dove continua a verificarsi che il reparto chirurgia funziona dal lunedì al venerdì fino alle 14. Dopo chiude per tre giorni, e riapre il lunedì mattina, con la conseguenza che nei tre giorni della chiusura non viene garantita la reperibilità e neanche di notte. È normale questo?» si chiede Incarbone « senza che nessuno dia una spiegazione dato che tanti cittadini possono avere un bisogno urgente di assistenza ospedaliera? Un grave disservizio che dovrebbe subito essere riattivato. E che dire dell’immagine attuale che viene data del nostro ospedale dove tutto va benissimo, quando poi i servizi restano sottodimensionati e carenti».
«Pretendiamo – dice – il buon funzionamento dei servizi salvavita e di emergenza urgenza con la presenza al pronto soccorso e nei reparti, dell’ anestesista rianimatore, figura professionale che è vitale; il ripristino della reperibilità nel servizio di chirurgia (almeno solo per le consulenze al pronto soccorso e nell’Unità di medicina) poiché assente da ogni venerdì pomeriggio fino al lunedì mattina. Sarebbero indispensabili pure le istituzioni di un punto pediatrico e di un punto nascite, almeno nelle ore serali e notturne; e la riapertura del Consultorio familiare con la presenza del ginecologo».
«Nella Sanità – aggiunge Incarbone riferendosi a Niscemi, ma non solo – purtroppo si chiude tutto e manca tutto e accade che poi qualcuno fa spettacoli mediatici dicendo che tutto va bene. Infine sarebbe necessario dotare i Comuni dell’hinterland privi di ospedali del servizio del 118 col medico a bordo e ambulanze medicalizzate. Vedere in che disastro si trova la sanità a Niscemi, a Gela e negli altri ospedali nisseni fa male – conclude – anche perché il funzionamento di un ospedale non può consistere soltanto in un miglioramento estetico attraverso televisori, arredi, pulizia, rifacimento intonaci esterni, collocazione di fiori, piante, perché ciò che serve veramente più delle apparenze estetiche, è il potenziamento dei servizi ospedalieri e degli organici sanitari».


Alberto Drago
Giornalista pubblicista, niscemese doc, ha lavorato in varie redazioni locali e regionali, contribuendo negli anni Novanta alla nascita di Antenna Sud. Impegnato nel volontariato con l’associazione nazionale Carabinieri. Collabora con il quotidiano La Sicilia. Ha fondato e diretto il periodico “L’Appunto”.