Niscemi: una zia ricca, l’eredità e due nipoti disposte a tutto nell’ultima storia firmata dallo scrittore Ottavio Nicastro
di Alberto Drago
Una zia nubile, ricchissima, ma avara e due nipoti disposte a tutto pur di assicurarsi l’eredità. Sono questi gli ingredienti dell’ottavo romanzo di Ottavio Nicastro, intitolato “Sono solo affari di famiglia”.
Si tratta di un testo che segue la linea comica tinta di giallo pubblicato dalla casa editrice “Ali ribelli” e che prende spunto dall’omonima commedia “Affari di famiglia” scritta dallo stesso Ottavio Nicastro e che nel giugno del 1997 venne messa in scena all’Oasi Stizza “Madonna del Buon Consiglio” dal Gruppo teatro ricerca fondato da don Giuseppe Giugno.
La rappresentazione della Commedia riscosse all’epoca un ottimo consenso di pubblico e l’autore, rispetto al testo originale, ha arricchito ora il romanzo di novità e situazioni che nella pièce teatrale non c’erano.
Dal punto di vista letterario, il romanzo “Sono solo affari di famiglia” si ispira al capolavoro di Charles Dickens “Il Canto di Natale”, dove il protagonista Ebenezer Scrooge, un incallito avaro, trova il piacere soltanto a contare i suoi denari.
I personaggi del romanzo “Sono solo affari di famiglia” divertono per la loro avidità di eredità ed avarizia.
Gilda e Mafalda sono infatti le nipoti della signorina Matilde Ancibello, nubile e ricca ma avara, le quali pur di accaparrarsi la parte più succulenta dell’eredità non si pongono limiti.
Accade che la morte improvvisa della loro zia getta le due nipoti nello sgomento più totale, poiché non sanno se la congiunta abbia fatto o meno testamento e se qualora ci fosse, dove possa essere nascosto. Nell’attesa di svelare il mistero, le due avide nipoti arrivano anche al punto di occultare il cadavere della zia, per farla credere ancora in vita.