Niscemi recupera l’antico mulino del quartiere Trappeto. «Luogo della memoria molto caro ai cittadini»
di Alberto Drago
Ottima l’idea della ristrutturazione dei locali dell’antico mulino del quartiere Trappeto e quella della rimessa in funzione dello stesso, lasciando inalterati i rurali sistemi delle macine dei grani a pietra, così come erano un tempo, specialmente durante l’antica civiltà contadina e artigiana. Lo storico mulino del Trappeto infatti, chiuso e dismesso da tantissimi anni, ancora oggi è molto caro e radicato nella memoria territoriale locale e dell’hinterland, specialmente nelle persone più anziane d’età, i quali ne conservano ancora oggi il ricordo poiché da bambini, si recavano insieme ai loro padri, a macinare i grani per ricavarne farina genuina con la quale le massaie preparavano impastandola nelle gramole (scanaturi in dialetto), la pasta ed il pane di casa ed altri prodotti tipici locali di antiche ricette contadine.
Considerato da sempre il mulino più importante del territorio e storico quello del quartiere Trappeto, ha indotto nel 2019 Vincenzo Ferranti, laureato in Food Marketing e strategie commerciali e Francesco Di Puma, ingegnere, ad acquistare l’intero immobile rurale con la finalità di ristrutturarlo e di riattivare il mulino.
E così qualche giorno fa, hanno avuto inizio con i fondi dell’Eco bonus i lavori di ristrutturazione dei locali dell’antico mulino del Trappeto per l’attuazione di tante idee e progetti da sviluppare con la riapertura e rimessa in funzione.
“La finalità del progetto” spiega Vincenzo Ferranti, “è quella di riportare il Molino al suo antico splendore con l’obiettivo di rivalorizzare e promuovere il territorio, tutelare la biodiversità dei grani siciliani e riscoprire le tradizionali modalità di produzione.
Per questo abbiamo scelto il nome “Molino bel Trappeto” poiché racchiude in sé tutti i valori individuati nel brand e che comprende la riproposta del nome del quartiere “Trappeto” con cui la comunità ha sempre identificato il Molino.
Con la locuzione “bel” si intende rafforzare il senso di appartenenza richiamando il Belvedere che si affaccia nella Piana di Gela.
La “Mission”, è quella di divulgare la migliore sicilianità attraverso il cibo inteso come strumento di comunicazione, convivio, piacere, scambio, memoria, tutela, benessere e salute”.