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ECCIDIO | Opera di banditi

Niscemi ricorda la strage di contrada Apa e il sacrificio dei tre carabinieri caduti. Presente alla messa il generale Castello


di Redazione

Niscemi ricorda la strage di contrada Apa e il sacrificio dei tre carabinieri caduti. Presente alla messa il generale Castello
attualità
17 Ott 2020

Stamane in Chiesa Madre a Niscemi si è svolta la commemorazione dell’eccidio di contrada Apa in occasione del 75° anniversario. Alla celebrazione ha preso parte cmandante della legione carabinieri “Sicilia”, generale di brigata Rosario Castello. La notte del 16 ottobre 1945, tre carabinieri caddero uccisi sotto le armi di una banda di spietati criminali. Il contesto in cui avvenne il grave fatto di sangue è quello della fine della seconda guerra, quando in Sicilia, subito dopo lo sbarco delle forze alleate, riemerge il fenomeno del banditismo. Le nutrite bande di criminali, tutte assai ben armate, controllavano ampie zone di territorio, compiendo omicidi, rapine, furti, estorsioni ai danni di agricoltori e proprietari terrieri. Gli eventi bellici avevano fornito a quei criminali la possibilità di munirsi di veri e propri arsenali composti da mitragliatrici pesanti e leggere, mitra, fucili automatici, pistole, bombe a mano ed esplosivi di vario genere. Specie nelle zone più isolate della Sicilia, tale era la carica intimidatrice esercitata da questi criminali nei confronti dei cittadini che nessuno osava rifiutare loro un rifugio, viveri e cavalli. Nella zona di Niscemi, dal 1943, operava la banda capeggiata da Rosario Avila, detto “Canaluni”, inizialmente aggregatasi al Movimento per l’Indipendenza della Sicilia ma poi ripudiata proprio per l’efferatezza e la ferocia dei suoi crimini.

La sera del 16 ottobre 1945, la banda arrivò in una masseria di contrada Apa. Nella fattoria erano riuniti alcuni contadini intenti a riposarsi e conversare. Alla vista dei criminali armati, nessuno ebbe il coraggio di rifiutare loro un nascondiglio per la notte e qualcosa da mangiare. Nel frattempo, sette Carabinieri del Nucleo Mobile anti banditismo di Niscemi stavano perlustrando quella zona e, accortisi della presenza di persone nel casale, vi si recarono per identificare i presenti. Mentre i militari dell’Arma erano intenti a controllare i documenti dei contadini, i malviventi ebbero modo di uscire da una finestra posteriore e di organizzare una imboscata al drappello dell’Arma che, ultimato il controllo, procedeva lungo una mulattiera, illuminando il sentiero con una lampada ad olio portatile. I banditi, al riparo, fuori dalla portata di tiro dei militari, muniti di una mitragliatrice leggera, di fucili mitragliatori e di bombe a mano, scaricarono una gragnuola di colpi sugli uomini della Benemerita che si difesero strenuamente rispondendo al fuoco con il moschetto in dotazione. Nel conflitto a fuoco rimasero uccisi l’appuntato Michele De Miceli, originario di San Michele di Ganzaria, il carabiniere Rosario Pagano, di Ventimiglia di Sicilia e il carabiniere Mario Paoletti di Teano in provincia di Caserta. Altri quattro uomini componenti della pattuglia rimasero feriti. I tre caduti sono stati decorati di medaglia d’argento al valor militare “alla memoria”. All’appuntato De Miceli e al carabiniere Pagano sono state intitolate rispettivamente le caserme dell’Arma di San Michele di Ganzaria e Ventimiglia di Sicilia, loro comuni d’origine. Oggi, a 75 anni da quell’eccidio, su iniziativa del Comando Provinciale e dell’Ispettorato Regionale della “Associazione Nazionale Carabinieri”, è stata rinnovata la memoria del drammatico evento. I parroci don Massimo Ingegnoso e don Filippo Puzzo, in chiesa Madre, alle 12 hanno concelebrato una Santa Messa in suffragio delle anime dei tre militari caduti. Alla cerimonia, nel rispetto delle normative anti Covid, hanno preso parte i vertici dell’Arma in servizio e in congedo, il sindaco di Niscemi, Massimiliano Conti, il presidente del consiglio comunale Fabio Bennici, i rappresentanti delle Forze di Polizia e delle Forze Armate della provincia di Caltanissetta, delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma nonché una folta rappresentanza di Carabinieri in servizio ed in congedo. Ultimata la funzione religiosa, il comandante provinciale dell’Arma, colonnello Baldassare Daidone ha rievocato, con passione e dovizia di particolari storici, il tragico episodio dando anche lettura della motivazione della Medaglia d’Argento al Valore Militare “alla memoria” tributata ai tre caduti. Subito dopo il generale Castello ha ringraziato le Autorità intervenute, elogiando l’iniziativa e sottolineando l’importanza del ricordo dei Carabinieri caduti nell’adempimento del dovere. Ultimata la cerimonia, il comandante della Legione Carabinieri Sicilia ha visitato la locale Stazione Carabinieri, intrattenendosi con tutti i militari in servizio nell’impegnato presidio dell’Arma.


Redazione
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