Niscemi: sentieri e meraviglie del bosco
di Alberto Drago
La Sughereta con la Grande quercia e il suo inestimabile valore naturalistico. Il Museo civico e il centro storico. Niscemi continua a costituire nel territorio un polo di notevole attrazione turistica.
Specialmente fra gli appassionati di trekking che amano effettuare percorsi esplorativi immersi nella natura. Ad avere effettuato un’esplorazione nella Sughereta di Niscemi e visitato il Museo civico, sono stati 80 escursionisti del Club alpino italiano (Cai) di Ragusa, i quali, con la collaborazione del professor Enzo Liardo del Centro educazione ambientale (Cea), sono stati accolti ed accompagnati da Marisa Montalto (organizzatrice della visita turistica del Cai di Ragusa in città) e da Corrado La Terra.
Gli escursionisti del Cai ibleo, hanno così effettuato un percorso di quasi 7 chilometri all’interno della Sughereta di Niscemi, attraversando i sentieri interni sterrati della forestale ed immersi nella folta vegetazione dei querceti e del sottobosco e dalle aree più alte hanno potuto ammirare i panorami dell’altopiano ibleo e il vulcano Etna.
Gli escursionisti hanno poi raggiunto la zona boschiva dove è sita la Base militare americana di Ulmo ed osservato dall’esterno le 40 antenne Nrtf per le trasmissioni radionavali terrestri e le tre gigantesche antenne paraboliche del Muos (Sistema di comunicazioni satellitari) alte oltre 18 metri.
I visitatori iblei inoltre si sono soffermati sotto la “Grande Quercia” che supera i sei metri di circonferenza e che costituisce la più grande e longeva quercia d’Europa, con una età stimata di circa quattro secoli.
Un patriarca vegetale che ha assistito alla fondazione della città di Niscemi e che ha resistito miracolosamente alle offese del tempo, agli attacchi dei parassiti e pure ai danni causati dall’uomo.
Infine gli 80 escursionisti del Cai di Ragusa hanno visitato il Museo civico, istituito nei locali dell’antico convento dei frati Francescani comprendenti all’interno un suggestivo chiostro, un Museo Etno Antropologico ed un Museo di Storia Naturale e dove in una superficie di 3 mila metri quadrati sono esposti i reperti dell’antica civiltà contadina ed artigiana ed al primo piano quelli floristici e faunistici.
Gli escursionisti hanno pure degustato la ricotta di pecora a tanti altri prodotti tipici locali.