Niscemi: un solo medico rianimatore in servizio, si rischiano gravi conseguenze
di Alberto Drago
La chiusura dell’Unità di terapia intensiva dell’Ospedale Vittorio Emanuele di Gela determinata da un focolaio d’infezioni da Sars-Cov 2 in seguito al quale sono rimasti contagiati e posti in quarantena tre medici anestesisti, due infermieri ed un’unità Oss, ha creato gravi ripercussioni sui già critici servizi di anestesia ospedaliera del Sud della provincia. Sono rimasti infatti soltanto 4 anestesisti ospedalieri nel Sud della provincia a garantire i servizi di emergenza urgenza e cosa grave, uno soltanto all’Ospedale “Suor Cecilia Basarocco” di Niscemi, terzo Comune della provincia per quantità di abitanti, il quale non può superare settimanalmente le 38 ore di servizio.
Ciò significa che per 4 giorni settimanali circa, calcolando in media 12 ore giornaliere di servizio dell’unico medico anestesista in servizio, l’ospedale di Niscemi, rimane completamente sprovvisto di rianimatori e con tutto le gravi e possibili conseguenze che ciò potrebbe comportare al pronto soccorso, qualora dovessero pervenire pazienti in pericolo di vita che andrebbero intubati e clinicamente stabilizzati.
L’altra unità medica di anestesia all’Ospedale di Niscemi veniva infatti prima garantita dall’Ospedale Vittorio Emanuele di Gela, il quale essendo rimasto con soli tre medici anestesisti in servizio in tutta la struttura, a causa della chiusura della terapia intensiva, non può più garantire l’invio del medico rianimatore a Niscemi.
Del caso della cronica carenza di organico medico anestesista negli ospedali del Sud della provincia e quindi di Mazzarino e Niscemi, se ne sta occupando l’onorevole Giuseppe Arancio, deputato all’Ars e componente della commissione sanità, il quale in sintonia con la direzione generale dell’Asp di Caltanissetta, sta sondando la possibilità se le Asp di Catania ed Agrigento potrebbero garantire o meno in questa fase emergenziale di grave carenza di rianimatori che si è venuta a creare negli ospedali del Sud della provincia, l’assegnazione di medici anestesisti con la stipula di una convenzione di prestazione aggiuntiva.
Anche il sindaco Massimiliano Conti, esprimendo preoccupazione per la grave mancanza di unità mediche di anestesia che è venuta a crearsi negli ospedali del Sud della provincia e la sua personale solidarietà nei confronti del personale sanitario dell’unità di terapia intensiva dell’Ospedale di Gela che è stato contagiato dal Sars – Cov 2 , riferisce di avere sollecitato la direzione generale dell’Asp Nissena a trovare tutte le opportune soluzioni volte a garantire quanto prima i servizi ospedalieri di anestesia in tutti gli ospedali del Sud ed in particolar modo a Niscemi.
Sono oltre 900 attualmente i casi di contagio determinato prevalentemente dalla variante Omicron del Sars-Cov 2 che si registrano a Niscemi.
Un’altissima quantità di pazienti contagiati che sono messi in isolamento domiciliare, unitamente a tante altre persone che sono state poste in quarantena per i contatti ravvicinati avuti con i positivi, le quali sono tutte in attesa di essere sottoposte ai tamponi.