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GIOVANI | Quarantena

Noi ragazzi, dentro l’incubo dell’isolamento. Affrontare l’emergenza con senso di responsabilità


di Redazione

Noi ragazzi, dentro l’incubo dell’isolamento. Affrontare l’emergenza con senso di responsabilità
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14 Apr 2020

“Dentro l’incubo” è il titolo di un film drammatico ma anche un modo per descrivere chiaramente quello che il Paese sta vivendo e lo stato d’animo che ne deriva, soprattutto quello di noi ragazzi, che in teoria dovremmo vivere, a questo punto della nostra vita, momenti sereni e spensierati. È passato esattamente un mese da quando il lockdown è stato esteso all’intera penisola. Da allora viviamo tutti in una comune condizione di spaesamento e soprattutto noi adolescenti ci sentiamo come in gabbia: tutti i nostri sogni e progetti sono stati stoppati dal nemico invisibile: il Covid-19. L’emergenza ha inghiottito anche i nostri programmi legati alle festività più importanti: Pasqua e Pasquetta. Per noi, come per milioni di persone, niente scampagnate o gite al mare. I medici dicono che non è ancora il tempo di uscire, le misure restrittive ci impongono di stare a casa. A oggi il rischio è che gli incontri collettivi si trasformino in nuovi acceleratori del contagio, spingendo in alto la curva dei positivi. I miei coetanei hanno preso coscienza di tutto ciò, infatti, Giulia, 16 anni sostiene: “Se gli specialisti ci impongono di stare a casa ci sarà un motivo… Il virus è molto pericoloso e addirittura è stato causa di morte. Uscire significherebbe mettere in pericolo la nostra vita e quella dei nostri cari”. Anche Giovanni, un ragazzo della mia età, ha lo stesso pensiero e aggiunge: “Meglio rispettare le regole e restare a casa per queste feste, magari abbiamo la possibilità di trascorrere una serena estate”. Inoltre Giuseppe, un amico d’infanzia, dice: “Leggendo le notizie online sul cellulare tanti scienziati affermano che tutte queste rinunce ci serviranno per prendere la rincorsa e ritornare presto alla normalità”. Inoltre, Alessandra, una mia compagna d’oratorio,sostiene a gran voce che: ”Stiamo rinunciando alle abitudini a noi più care, lo stiamo facendo perché amiamo la nostra città ma non rinunciamo alla speranza di un futuro migliore”.

Resilienza, quindi, sembra essere il concetto che meglio descrive il modo in cui noi adolescenti stiamo affrontando questo periodo difficile della nostra vita, infatti, dimostriamo di avere la capacità di far fronte in maniera positiva a questo evento traumatico e cerchiamo, ogni giorno, di riorganizzare positivamente la nostra vita: dallo studio, seguendo con attenzione le lezioni online, alle relazioni sociali, organizzando videochiamate con gli amici e non uscendo fisicamente di casa.

Certo, come tutti, siamo preoccupati per le sorti di tante persone che ancora oggi sono ricoverate in ospedale ma, come dice Maurizio Tucci, psicologo, medico e presidente di Laboratorio Adolescenza, noi ragazzi, rispettando le regole, stiamo dimostrando di reggere l’isolamento forzato molto meglio di quanto ci saremmo potuti immaginare.Io penso che Darwin sarebbe stato fiero di noi ragazzi,stiamo dimostrando di essere flessibili e adattabili.
Come afferma il giornalista Matteo Grandi: “Il Covid-19 non è soltanto un virus. È uno stess test per mettere alla prova la nostra intelligenza e il nostro senso civico. Se non capiamo che vanno rispettate misure e restrizioni vince lui. Se lo capiamo vinciamo noi”. E noi questa guerra la vogliamo proprio vincere e sicuramente saremo in grado di trovare nella narrazione della nostra vita un posto per raccontare ai nostri figli e nipoti questa pagina nera dell’esistenza.

[Martina Ferlante]


Redazione
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