Non esiste la violenza a tempo
di Redazione
Le ordinanze vanno rispettate, figuriamoci se qualcuno può pensare di fregarsene, ma esistono ordinanze anche sperimentali e la Cgil si augura che l’ordinanza di appena 24 ore fa abbia queste caratteristiche. Perché se così non fosse la chiusura anticipata delle attività, porterebbe Gela ad ergersi paria di nuovi primati come si aggirasse una nuova forma di violenza: quella a tempo. Sembrerebbe quindi che i delinquenti, quelli che provocano risse, furti, incendi d’auto, danneggiamenti, spaccio, escano ad orari prestabiliti. Ma dagli atti incresciosi che si sono verificati a Gela nelle ultime 24 ore, e negli ultimi anni, sembrerebbe che, invece, a Gela il problema non siano i locali commerciali in cui molti giovani cercano svago ma sia l’impunità con cui la delinquenza si muove disinvolta per le strade di Gela. Una spregiudicatezza che vediamo giornalmente e che da anni vede la Cgil, insieme a tanti altri soggetti sociali, denunciare la questione della sicurezza in città. Un problema che non può essere di certo pagato dai commercianti e dai loro collaboratori che ogni giorno, nonostante tutto, decidono di investire su Gela e che da anni chiedono di sorvegliare maggiormente il territorio nei punti più caldi della movida. Perché non si può più permettere che, a fronte di uomini armati pronti a tutto, ci siano pochi vigili e solitarie pattuglie che dovrebbero arginare la crescente onda di sregolatezza così come non possiamo più permetterci che le periferie siano terra di nessuno e i più fragili prede dei prepotenti. È sotto gli occhi di tutti che l’assenza di politiche sociali e culturali vere, innovative, coraggiose abbia, nei decenni, ingrossato le fila della delinquenza e della criminalità organizzata e che queste scelte non possano più essere rimandate. Nel 2020 non è più possibile pensare di agire con soli strumenti repressivi, questo ruolo è già coperto dalle forze di polizia, o con ordinanze che, se non a tempo, rischiano di danneggiare la parte buona della città creando terreno fertile per altre intrusioni malavitose. Non è più tempo di campagna elettorale, promesse per cavalcare l’onda emotiva della popolazione. È il tempo della strategia, delle scelte coraggiose, illuminate che guardino sul medio-lungo periodo per far sì che in futuro nessun onesto cittadino debba più sentirsi insicuro nell’andar a prendere un aperitivo al bar.