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AMBIENTE | Siti di stoccaggio

Piano Amianto, la Cgil chiede dialogo con il governo regionale. «No a decreto senza prima un confronto»


di Redazione

Piano Amianto, la Cgil chiede dialogo con il governo regionale. «No a decreto senza prima un confronto»
attualità
18 Ott 2020

«La Sicilia attende da quasi 30 anni un “Piano amianto” così da smaltire e bonificare le aree stracolme di ogni comune partendo dai siti più inquinati che in questi decenni hanno fatto registrare un innalzamento delle patologie tumorali. La Cgil da anni rivendica il raggiungimento di questi obiettivi che, tra l’altro, creano occupazione e riattivano un settore in grave crisi strutturale». Lo scrivono in una nota congiunta Alfio Mannino, segretario generale della Cgil Sicilia e Ignazio Giudice, segretario generale provinciale di Caltanissetta.

«Apprendiamo – scrivono – che il Governo Regionale ha deliberato in merito e si attende solo la firma del decreto da parte dell’assessore Turano. La Cgil chiede un confronto prima della firma perché i territori individuati quali siti di stoccaggio sono preoccupati per la poca chiarezza procedurale. Solo in provincia di Caltanissetta sono state individuare due aree in due comuni diversi, Milena e San Cataldo. Ricordiamo che in provincia di Caltanissetta esistono ettari di terra tra Serradifalco e San Cataldo che dagli stessi cittadini sono stati denominati “valle della morte” in considerazione della scelta nefasta di abbandonare i siti minerari con tonnellate di amianto generato dal crollo delle strutture che costituivano interi impianti delle miniere e dei capannoni nei quali centinaia di lavoratori hanno dato la loro vita».

«Noi rivendichiamo chiarezza – dicono i due dirigenti sindacali – non siamo contrari a prescindere ma riteniamo doveroso avere le idee chiare per garantire alcuni aspetti principali, cioè le informazioni epidemiologiche aggiornate, le ipotesi sul fabbisogno e le tipologie tecnologiche degli impianti, i criteri di localizzazione e la definizione degli scenari nel breve, medio e lungo periodo. Noi pensiamo che sia arrivato il tempo di parlare di rigenerazione dei territori e crediamo che questa possa rappresentare l’occasione giusta per definirla, insieme ai sindaci, alle associazioni che si occupano di ambiente senza tralasciare il diritto alla salute».

«I tribunali siciliani insediati nelle città che hanno avuto la presenza dell’industria pesante hanno sviluppato una corposa esperienza allestendo decine di processi per disastro ambientale con relativo sequestro di impianti, questo aspetto lo citiamo perché rappresenta un motivo in più per approfondire la questione. Vanno bene gli investimenti ma non vanno per nulla bene a prescindere».


Redazione
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