Radio Gela e la magia di un’amicizia Staff di nuovo insieme 48 anni dopo
di Redazione
Come nella tradizione delle migliori rock band si sono fatti attendere. Diciamo una buona decina di anni dalla ultima reunion. Ma alla fine ce l’hanno fatta: si sono dati appuntamento per un po’ di sana baldoria, qualche bicchiere di buon rosso e tante emozioni. Così i «ragazzi» della radio, Radio Gela Stereo, la prima emittente della città, tra le prime emissioni in Italia, hanno deciso di celebrare i 48 anni dalla fondazione con una rimpatriata. La stazione radio, oggi, non esiste più. La sede ha chiuso i battenti da anni, la frequenza storica (102.500 Mhz) ceduta a un circuito nazionale. Ma quei rapporti umani, quell’affetto, non sono mai stati scalfiti dal trascorrere inesorabile del tempo.
Eccoli quindi tra aneddoti, storie, risate e assaggi di sapori tipici, con consorti – e in qualche caso figli – al seguito, trascorrere una domenica in un locale del Calatino. Perché, fondamentalmente, quel gruppo di uomini e donne, prima che colleghi erano e sono rimasti grandi amici. Di un’amicizia vera e genuina, che resiste da quasi mezzo secolo. Tre generazioni a confronto: chi la radio l’ha ideata e fondata, da Emanuele Tuccio a Tano Patti. Chi l’ha strutturata e resa un riferimento. E qui la lista si allunga in quantità e qualità: da Salvatore Parlagreco a Ciccio Caccamo, da Pippo Leonardi a Nuccio Mulé, da Peppe Filetti a Peppe Incardona, da Totò Infurna ai fratelli Ruvio, da Giovanni Ferro a Orazio Incorvaia, da Daniele Tignino a Ignazio Bennici, da Marisa Cafà a Concetto Migliore, da Adele Quartarone ai fratelli Pellizzoni, da Rocco Cerro a Giulio Cordaro, da Angela Rita Damanti a Luigi Paci, da Carmelo Cafà a Enzo Di Dio, da Massimo Sarcuno a Lorenzo Lo Iacono. Solo per citarne alcuni, senza nulla togliere ai tanti, tantissimi che dimentichiamo e che al pari dei sopracitati ci hanno messo passione e talento, collaborando per anni con l’emittente.
Un velo di tristezza per chi non c’è più. Durante il conviviale è stato rivolto un pensiero a Ciccio Caccamo e Totò Sauna; in chat sono poi stati ricordati Elio Cultraro, Giovanna Palazzolo ed Elio Gnoffo: da lassù, sicuramente, avranno alzato anche loro il calice per un brindisi con amici e colleghi, pionieri di quella esperienza radiofonica.
«Erano gli inizi – racconta Parlagreco, giornalista e scrittore – e si poneva il problema di collegare la sede della radio con lo stadio, per le dirette sportive. Ci inventammo un modo, fummo precursori. Io andavo in onda dallo studio, Rocco Cerro mi forniva gli aggiornamenti dal “Vincenzo Presti”. Arrivammo prima di Novantesimo Minuto».
E poi le trasmissioni storiche: il Buongiorno, Pane e Marmellata, Time Out, Jazz Club, la Domenica Sport. E le rubriche di informazione e attualità, i cantautori, la rassegna stampa. La memorabile Caccia al Tesoro che, a ogni edizione, coinvolgeva un’intera città: tutti con la radiolina all’orecchio per seguire le istruzioni, risolvere i rebus, reperire quel tale oggetto antico, azzeccare l’anagramma e altre simpatiche diavolerie preparate da un giovanissimo professor Mulé e soci.
Contenuti e idee, storie e rapporti umani. Una valore che resiste nel tempo. Per quei «ragazzi» gli anni non sembrano essere passati. Date loro un microfono, un tappetino musicale e una storia da raccontare e, come per magia, vi terranno incollati, appassionandovi, facendo tornare quei ruggenti anni Settanta e Ottanta che fecero la storia e il costume di una comunità.
E se non ci fosse più nulla di tutto questo – la radio non trasmette più – a loro basterà semplicemente una tavolata: sapranno come riavvolgere il nastro e rinverdire quel vecchio fascino che solo la radio sa restituire. Le storie, la passione, gli scherzi e l’amicizia riprenderanno vita come 48 anni fa.
E la prossima reunion? È già in corso di preparazione. Forse per i cinquant’anni o ancor prima, già la prossima primavera. Perché in fondo sanno che basterà rivedersi qualche ora per riaccendere quella grande bellezza.