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GELA | Verrà messo alla prova

Rapinatore a 17 anni per bisogno. «Ma ho capito di avere sbagliato» Libero 7 mesi dopo l'assalto al Fortè


di Redazione

Rapinatore a 17 anni per bisogno. «Ma ho capito di avere sbagliato»
cronaca
15 Gen 2020

Basta pistole (giocattolo) e brutte compagnie. «Orazio», così lo chiameremo utilizzando un nome di fantasia, con il crimine ha smesso per sempre. Così ha giurato al magistrato che stamattina, dopo sette mesi, gli ha concesso la libertà (era ai domiciliari). A condizione che «sconti» una parte del castigo, 12 mesi, in affidamento ai Servizi sociali, svolgendo un opera meritoria. E la struttura pronta a prendersi cura di lui c’è già: un’associazione di volontariato di Gela. Sarà un percorso senza sconti, la cosiddetta «messa alla prova», durante il quale dovrà dimostrare di essere cambiato, pronto ad affrontare una vita normale e lontano dai guai.

Storia come tante, purtroppo, quella del baby rapinatore. Quando nasci a Scavone, nel «Bronx» della città, il destino è segnato. O scappi lontano a lavorare oppure le cattive strade sono lì ad attenderti, come tentacoli di medusa.

Così lui, la mattina del 18 giugno scorso, impugna una pistola e affronta i cassieri del supermercato Fortè, proprio quello nel quale i genitori (umili e brave persone) vanno a fare la spesa.

Solo che sulla sua strada incrocia un immigrato coraggioso, uno di quei ragazzi di colore che sostano davanti ai negozi offrendo di imbustare o trasportare la spesa. Il ragazzo vede un cassiere suo amico sotto il tiro di una pistola e si ribella, aggredendo il rapinatore.

A quel punto il mondo di «Orazio» vacilla vorticosamente sotto il peso di quell’Arma (finta) e dei suoi 17 anni. A riportarlo alla dura realtà è il suono delle sirene. Poco dopo viene ammanettato e condotto in Commissariato, dove riferirà agli agenti di aver fatto una cavolata, di aver impugnato quell’arma perché in famiglia di soldi non ce n’erano e una sua sorella doveva essere operata. Un intervento delicato, che lui voleva finanziare con un’impresa solitaria, da compiere arma in pugno, contando solo sull’effetto di una canna di pistola. Giocattolo per giunta.

L’avvocato che lo assiste, Joseph Donegani, ha dimostrato al Gip del Tribunale presso i Minorenni, che «Orazio» è un ragazzo recuperabile. E se vorrà, potrà tornare a una vita normale. Cercandosi un lavoro, continuando a frequentare la scuola serale.

Basterà solo tenersi lontano dai guai.


Redazione
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