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Riesi: don Pino, il prete amato dai fedeli festeggia 60 anni di cammino apostolico


di Delfina Butera

Riesi: don Pino, il prete amato dai fedeli festeggia 60 anni di cammino apostolico
30 Giu 2021

Sessant’anni di sacerdozio, dedizione e amore a Dio ma anche di impegno per la crescita spirituale e culturale del territorio. Sacerdoti, confratelli, fedeli e cittadini ieri pomeriggio si sono ritrovati nella basilica Maria Santissima della Catena per festeggiare quest’importante tappa del cammino presbiterale di don Giuseppe Giuliana, 84 anni, da tutti chiamato affettuosamente don Pino. La solenne concelebrazione eucaristica di ringraziamento a Dio per il dono del sacerdozio del reverendo è stata presieduta dal vescovo Rosario Gisana. Don Pino Giuliana venne ordinato sacerdote il 29 giugno del 1961 all’età di 24 anni da monsignore Calogero Lauricella di Ravanusa. Padre e pastore instancabile ha guidato per tantissimi anni la chiesa del Santissimo Salvatore. Un padre spirituale ma anche educatore, professore di religione, responsabile diocesano, intellettuale, scrittore, storico, autore di molti libri, tra i quali alcuni dedicati a monsignore Mario Sturzo, alla Diocesi di Piazza Armerina, ai preti del 900 ed a Riesi. Ha inoltre promosso laboratori culturali, incontri, dibattiti, corsi dedicati alla formazione politica della classe dirigente. Il sacerdote ha altresì creato l’Oasi Santissima Trinità dove annualmente si teneva il raduno carismatico con diversi credenti e testimoni di fede provenienti da tutta la Sicilia. Ha operato a Enna, Pietraperzia ed in diversi centri della Diocesi. Sempre ed attivamente presente alla vita sociale della comunità, don Pino è stato vicino in molte occasioni a lavoratori e persone disagiate. Quando ha ricevuto la chiamata al sacerdozio e come? “Da piccolo. Ho fatto la cresima a 7 anni e già frequentavo la chiesa della Madonna del Santissimo Rosario che allora era diretta da don Paolo Giacomuzzi. Servivo la messa come chierichetto. Un mio antenato è stato il primo arciprete della basilica Madre, anche il fratello era prete. Nell’800 un altro mio antenato era sacerdote. Nel 1900 c’era un don Gaetano Giuliana. Mio padre che era molto devoto alla Madonna della Catena diceva sempre: un prete Giuliana muore un prete Giuliana arriva. Lui non mi vide ordinare sacerdote perché morì nel 1950 all’età di 54 anni. Sono cresciuto nella chiesa del Rosario, nell’ambiente della chiesa. Ricordo di aver messo in scena l’apparizione della Madonna di Lourdes. Devo il mio sacerdozio ad una suora di clausura, suor Diletta dell’Eucarestia dell’ordine delle Carmelitane Scalze di Enna, originaria di Palermo. In terza liceo dovevo decidere se continuare gli studi teologici o fare altre scelte. Scrissi al Convento. Nell’ordine delle Carmelitane c’è l’uso di consacrare la propria vita per un’altra persona. Questa suora novizia venne chiamata dalla priora che le disse: questo è tuo fratello. Da allora mi ha accompagnato per tutta la vita. Devo il mio sacerdozio anche a don Vincenzo Calì. Mi chiamava il segretario, perché mettevo sottosopra il suo ufficio. Fu lui a fare il discorso di auguri in occasione della mia prima messa in chiesa Madre”. Ha mai pensato: “Se non avessi fatto il sacerdote, cosa avrei fatto nella vita?”. “Avevo un’ inclinazione per la sociologia e la psicologia. In campo religioso un’attitudine per la sacra scrittura, per gli studi biblici. Mi sono sempre visto come prete”.


Delfina Butera
Giornalista pubblicista, appassionata e grande lettrice di autori contemporanei, collabora con il quotidiano La Sicilia di Catania. Nel 2007 ha curato l’ufficio stampa dell’assessorato provinciale alla Solidarietà. Ha coordinato un corso di formazione sui temi del giornalismo al Liceo «Vassallo» di Riesi.