Riesi: Pietro e Francesco, deportati durante la guerra. Il loro eroismo emerge grazie alle ricerche dell’Anpi
di Delfina Butera
Nuove vicende emergono dalla polvere della storia della seconda guerra mondiale. Storie eroiche di uomini che hanno lottato per la libertà dell’Italia dal nazifascismo e che per molti anni sono rimasti sepolti nella memoria. Adesso dopo 75 anni è giusto rimembrare per dare un riconoscimento agli internati militari italiani di Riesi. Una memoria negata per troppo tempo che l’Anpi di Riesi negli ultimi tempi sta ricercando negli archivi istituzionali e nella memoria popolare. «In quest’ultimo mese – dice Giuseppe Calascibetta, referente dell’Anpi – abbiamo scoperto la storia di Pietro Cutaia, deportato Imi arrestato dai tedeschi in Francia e portato in un campo di prigionia dove ha vissuto per un anno e mezzo. Grazie alla sua astuzia riuscì a scappare attraversando a piedi tutta la Francia per arrivare in Italia, come riportato nel foglio matricolare e dalla testimonianza della figlia Piera Cutaia che ha fatto la richiesta per la concessione della medaglia d’onore al Consiglio dei Ministri, attraverso il Comitato Provinciale Anpi di Caltanissetta. A questo aggiungiamo la storia di un altro soldato riesino, Francesco Mirisola, arrestato dopo l’8 settembre in Croazia e deportato in Germania. Il figlio Giuseppe Mirisola ha avanzo attraverso l’Anpi, la richiesta per la medaglia d’onore. Siamo soddisfatti di queste altre due richieste di medaglia d’onore. In totale sono cinque le richieste di onorificenze. Voglio ringraziare tutti i riesini che stanno collaborando per rintracciare i parenti di tutti questi deportati riesini e l’Archivio di Stato di Caltanissetta. Infatti, recentemente abbiamo trovato un’altra figlia del deportato riesino Rosario Cammarata, Rosaria Cammarata residente attualmente a Genova che ci ha fornito una ulteriore documentazione sulla storia di suo padre».