Riesi, sui conti del comune è guerra aperta. «Instillano prudenza per celare disservizi»
di Redazione
Sulla «salute» dei conti c’è un’accesa disputa dalle parti di via Roma 1. In municipio è sempre più netta la frattura, e non potrebbe essere altrimenti, tra chi governa e chi incalza dai banchi delle opposizioni. Due punti all’ordine del giorno sono passati all’esame del consiglio comunale durante l’ultima seduta e la eco della polemica rimbomba ancora nelle stanze del palazzo. Nell’agenda dei lavori d’aula cerano due punti: consolidato 2019 e rendiconto 2023. Approvati, amen. Tutto in riga? Veramente, no. Lo scontro politico cova da mesi e, giorno dopo giorno, si fa sempre più acceso.
L’opposizione rimprovera al sindaco, Salvatore Sardella e al suo esecutivo, una prudenza eccessiva. Quasi ostinata. Un tatticismo che non avrebbe ragion d’essere al modo di vederla delle opposizioni. «Sull’altare di una immotivata oculatezza finanziaria stanno sacrificando servizi, aspettative dei cittadini e diritti dei dipendenti» raccontano a due voci Rosy Pilato e Vincenzo Scibetta, consiglieri comunali tra i più attivi.
«A luglio – spiegano – avevamo approvato il bilancio pluriennale previsione 2024 – 2026. Ora gli altri due atti. Cosa accampano?» I conti sarebbero in ordine, secondo le opposizioni, dopo il lungo periodo di dissesto vissuto dall’ente.
«Eppure, le cose non si fanno, l’amministrazione comunale vive in una sorta di torpore amministrativo» continuano, mentre al tavolo del cronista si aggiungono i consiglieri Alice Chiantia e Franco La Cagnina. «Si focalizza tutto – affermano – su presunti pericoli di disavanzo, quando non c’è nulla che possa impedire al comune di utilizzare le risorse necessarie alla copertura dei servizi. L’ente ha un saldo di cassa pari a circa 1,2 milioni di euro, ai quali vanno ad aggiungersi gli oltre 7 milioni di avanzo». Ormai è una battaglia politica quella della «verità» sui conti. I quattro consiglieri, assieme al collega Gianfranco Capizzi, non perdono occasione di rimarcarlo. A onor del vero l’Organismo straordinario di liquidazione, prima di congedarsi, chiuso il capitolo default e avviato il piano di rientro, aveva lasciato alcune consegne. Paletti su possibili altri debiti.
«Vero – affermano i quattro consiglieri – l’Osl, chiusa la procedure di dissesto, ha lasciato una serie di richiami. Ci sono debiti commerciali che vanno estinti. Ma non potranno mai mettere in difficoltà il comune, né impedire operazioni di spesa».
L’agenda del comune – secondo i quattro della minoranza – è già in forte ritardo. Servirebbero risorse per pulire a fondo la città. Mettere in marcia il pulmino comunale. Avviare un piano di manutenzioni delle strade. «In occasione della festa della Patrona – riferisce La Cagnina – pellegrini giunti dall’ingresso sud, Sommatino, Palladio, per intenderci, hanno trovato rifiuti e degrado. Mi hanno detto: non ci avete offerto un bel biglietto da visita. Ci sono rimasto male. E poi ci sono le condizioni di via Flora, che i cittadini oramai hanno ribattezzato “piscina” o “palude” perché alle prime piogge si allaga».
Anche sul personale, l’agenda sarebbe in ritardo.
«È fattibile – spiegano Pilato e Scibetta – l’aumento delle ore settimanali dei dipendenti, passandole dalle attuali 30 ad almeno 34 se non alle 36 previste dal contratto. Perché non lo fanno?»
Già, perché?
«Vorrebbero – dicono – far passare il messaggio che quattro anni di dissesto e ripiano dei conti, non sarebbero serviti a nulla. Che il disavanzo è dietro l’angolo, che si rischia un nuovo dissesto. Non è prudenza, ma strategia del terrore, nei confronti dei cittadini e del personale».
C’è anche il capitolo Ambiente tra le attenzioni dei cinque consiglieri. Pilato racconta di blatte viste mentre consumava una pizza con amici, Chiantia di aver trovato rifiuti nei luoghi di ritrovo dei giovani, La Cagnina racconta di pattume e immondizia sotto al palco, durante gli spettacoli.
«Tutto questo – conclude Scibetta – mentre la differenziata è in calo e bisognerà anche rivedere il costo del servizio poiché ci sarebbe un differenziale di circa 130 mila euro tra pef e costo effettivo».
Insomma, dietro lo spauracchio dei conti, secondo i quattro consiglieri, si celerebbe una certa improvvisazione.
«Rispondano alle esigenze dei cittadini, chiosa Pilato, invece di trincerarsi dietro questo atteggiamento prudenziale a oltranza».
E annunciano battaglia, già nel prossimo consiglio comunale.