Scorie nucleari, Greco: «Basta scelte calate dall’alto, questo deposito non vedrà mai la luce»
di Redazione
Anche dal Comune di Gela arriva un no forte e perentorio a qualunque ipotesi di stoccaggio di scorie nucleari in territorio Nisseno. La Sicilia, infatti, figura fra le sette regioni italiane in cui sono state individuate le aree potenzialmente idonee alla costruzione di un deposito nucleare nazionale, e una di queste quattro aree si trova tra Riesi e Butera. Il nulla osta dei Ministeri dello Sviluppo e dell’Ambiente alla Sogin per la pubblicazione della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi) è già arrivato, ma evidentemente nessuno ha preventivamente interloquito con i rappresentanti dei Comuni, dato che nessun Sindaco intende autorizzare un tale scempio.
«La Sicilia è una terra che dovrebbe vivere solo di turismo e di agricoltura, è una Isola ad alto rischio sismico e con un vulcano attivo. Com’è possibile che davvero a qualcuno sia venuta in mente una cosa del genere?» È la dichiarazione è stata resa dagli assessori Terenziano Di Stefano, Ivan Liardi e Danilo Giordano e dal presidente del consiglio comunale Totò Sammito, che, nel pomeriggio, hanno preso parte al sopralluogo e alla protesta indetti appositamente. Una protesta iniziata da un’area di servizio sulla Gela – Caltanissetta e che si è poi spostata proprio nella zona “incriminata”, un territorio impervio e votato all’agricoltura nel quale insistono anche importanti aziende rurali.
«Stiamo parlando di una zona inaccessibile ai mezzi pesanti, con stradine strette e impercorribili – si legge ancora nella dichiarazione congiunta rilasciata dai quattro rappresentanti istituzionali di Gela – in cui si andrebbero a devastare un intero ecosistema e terreni incontaminati adibiti a vigneti o coltivati a grano, che sono l’unica fonte di sostegno per tanti cittadini di Butera e Riesi».
Anche il sindaco, Lucio Greco, è intervenuto sulla vicenda.
«Si tratta senza dubbio- dice – di una decisione presa senza rispettare alcun criterio e alcuna logica, calata dall’alto da qualcuno che, probabilmente, non la conosce neanche questa zona. Non solo. Proprio lì scorre un fiume che da un lato si dirige verso Falconara ma dall’altro arriva a Manfria, quindi questa decisione ci tocca direttamente. Sappiano i cittadini che, di concerto con gli altri Sindaci e la deputazione, intendiamo fare la nostra parte affinchè tale deposito non veda mai la luce».
Domani è in programma un nuovo incontro tra tutti i sindaci del comprensorio in videoconferenza, e anche i Presidenti dei Consigli Comunali stanno organizzando la loro protesta.
«Siamo unanimemente contrari – è la voce dell’amministrazione – e pronti a tutte le azioni necessarie per proteggere i nostri territori».