Sommatino: Intesa Civica difende il neo presidente Cigna. «Chi oggi critica, ieri dov’era?»
di Redazione
«Riteniamo doveroso intervenire sulla recente elezione del presidente del Consiglio Comunale, Peppe Cigna, capogruppo consiliare di Intesa Civica, perché le recenti polemiche sollevate da alcuni consiglieri comunali eletti nella lista “Paese che Sarà”, a guida Pd, poi transitati all’opposizione con l’adesione a partiti del centrodestra (Diventerà Bellissima e Udc), non rendono onore alla verità né tantomeno lasciano intravedere percorsi di futuro credibili per il Paese, oggi più che mai bisognevole di grande coesione sociale e di un’istituzione comunale pienamente rispondente alle drammatiche esigenze del momento». Lo scrivono i consiglieri Daniele Pirrello, Salvatore Letizia e Simona Bennici.
«Il Consiglio Comunale – scrivono – insediatosi circa 4 anni fa, risulta oggi caratterizzato da un’articolazione di rappresentanze politiche decisamente mutata rispetto alla originaria configurazione, soprattutto per la continua ricerca di nuove collocazioni da parte dei consiglieri comunali eletti nella lista di maggioranza. Noi, eletti nella lista Intesa Civica, a differenza di altri gruppi consiliari, abbiamo sempre mantenuto, assieme a Peppe Cigna, la nostra unità d’intenti cercando di portare avanti, anche nei momenti di forte conflittualità, un’azione di opposizione orientata alla ricerca di un confronto che, anche nel distinguo di posizioni diverse, perseguisse sintesi positive. Il nostro no e il nostro sì non sono stati mai resi per partito preso, ma piuttosto sono stati sempre preceduti da un confronto e da proposte di emendamenti che hanno animato il confronto consiliare. Condotta, quest’ultima, mai praticata da chi, ieri in maggioranza e oggi all’opposizione, si è sempre limitato a notificare al Consiglio Comunale, senza le adeguate argomentazioni personali, documenti redatti in altra sede e riportanti gli umori degli untori di turno. Lo stesso Consiglio Comunale, incappato nel 2019 in un ingiustificato scioglimento, deve oggi la sua sussistenza soprattutto al caparbio impegno del consigliere Cigna che, assieme a tutti noi eletti in Intesa Civica e ai consiglieri Cocita e Scarlata, ha supportato tutto il lavoro istruttorio curato dagli avvocati patrocinanti il ricorso al Tar a cui si deve il ripristino del Consiglio Comunale democraticamente eletto. Dove erano e cosa facevano in tale circostanza i due consiglieri comunali Mariangela Castellano e Filippo Cianci, in ultimo approdati in Diventerà Bellissima? Erano totalmente silenti e rappresentati in Giunta dall’architetto Barbara Castellano, che di lì a poco avrebbe perso ancora una volta l’incarico assessoriale per il venir meno del rapporto fiduciario con il sindaco, con la conseguente fuoriuscita degli stessi dalla maggioranza. Nella seduta del 5 febbraio il Consiglio comunale è riuscito finalmente a raggiungere quella maggioranza di voti segreti necessaria per l’elezione del presidente, Peppe Cigna, che adesso, come in passato, ha sempre esercitato il proprio mandato con impegno, dedizione e competenza a difesa degli interessi del Paese e soprattutto delle prerogative del Consiglio Comunale. Chi meglio di lui, nell’attuale impasse dell’organo consiliare, avrebbe potuto assicurare quell’equilibrio e quella esperienza necessaria per esercitare la funzione richiesta nella maniera imparziale che si addice al Presidente del Consiglio Comunale? Ci si meraviglia che abbia potuto ricevere anche qualche voto da parte di qualche consigliere di maggioranza e si grida allo scandalo? Ma se realmente avessimo voluto fare un accordo, guardando agli interessi di parte, il nostro candidato non avrebbe dovuto avere tutti i voti dei consiglieri di maggioranza e noi presenze in Giunta rispondenti al peso della nostra consistente rappresentanza consiliare? Niente di tutto questo è avvenuto! Beh, allora, forse c’è da rilevare che, alla fine, essendo stata avvertita da posizioni diverse la necessità di riavviare il buon funzionamento del Consiglio Comunale, la credibilità e l’affidabilità dei candidati, a prescindere dalle diverse appartenenze, ha fatto certamente la differenza. Questi sono i fatti».