Gela: truffe on line, pedo pornografia e cyber terrorismo. Il bilancio di un anno della Polizia postale
di Redazione
Grande attenzione della Polizia Postale al territorio di Gela e alla provincia. Emerge dal bilancio di un anno di attività diffuso dalla Polizia Postale della Sicilia Occidentale, istituzione competente sul territorio locale che opera in piena sinergia con le strutture locali della Polizia di Stato, ovvero i commissariati di Gela e Niscemi e la questura. Nel contrasto alla pedopornografia numerose sono state le indagini sviluppate. In 55 casi si sono eseguiti decreti di perquisizione domiciliare alla ricerca di materiale pedopornografico, che hanno portato complessivamente al sequestro di 15.000 Gb di dati. Sul fronte del cyberterrorismo, a livello territoriale, l’attività di prevenzione di monitoraggio viene effettuata da un nucleo specializzato del Centro Operativo di Palermo che nel corso dell’anno ha monitorato circa 40.000 spazi virtuali. Le singole indagini penali che nascono a seguito dell’acquisizione di una notitia criminis vengono invece condotte, oltre che dallo stesso Centro Operativo di Palermo, anche dalle singole Sezioni Operative di Agrigento, Caltanissetta, Enna e Trapani. In ogni caso, le investigazioni vengono portate avanti in perfetta sinergia con le DIGOS delle locali Questure con le quali è quotidiano l’interscambio conoscitivo ed informativo. Diversi i reati finanziari on line scoperti. I nuovi casi trattati nell’anno appena concluso sono circa 600 e i fenomeni più frequenti registrati, specie di phishing, vishing, smishing e falso trading online sono gli stessi diffusi in tutto il territorio nazionale.
Un centinaio le persone denunciate a seguito dello sviluppo delle indagini nelle province di Palermo, Agrigento, Caltanissetta, Enna e Trapani. Molteplici sono state le investigazioni nate dalle denunce di cittadini che ricevevano messaggi apparentemente inviati dai propri istituti di credito che paventavano un blocco o una movimentazione non autorizzata dal proprio conto; nonché successive chiamate da asseriti operatori bancari o da finti poliziotti. In tutti i casi la vittima ha condiviso le proprie credenziali o codici Otp che hanno permesso poi ai truffatori di svuotare il conto corrente.
I soldi che vengono sottratti finiscono poi in conti correnti all’estero, oppure reinvestiti in criptomoneta, al fine di ostacolare l’identificazione della loro provenienza illecita. Il consiglio della Polizia postale rimane quello di evitare di fornire dati o codici on line o al telefono.
La Polizia Postale è impegnata anche in attività di sensibilizzazione e prevenzione, considerate fondamentali nella costruzione di consapevolezze circa i rischi presenti in rete, per lo sviluppo di competenze in termini di sicurezza che preparino i cittadini digitali del futuro. Attraverso campagne come “Una vita da social”, “Cuori Connessi” e il progetto avviato con la Fondazione Geronimo Stilton dedicato proprio ai più piccoli, viene portata avanti la collaborazione con scuole e comunità per educare i giovani sui pericoli della rete e promuovere comportamenti sicuri online.